7 marzo 2016 ore: 12:35
Giustizia

"Macbeth", gli ospiti della Rems mettono in scena la tragedia di Shakespeare

E' il risultato del laboratorio di Lenz Fondazione all’interno della struttura di Mezzani, in provincia di Parma, dove vivono gli ex pazienti dell'ospedale psichiatrico giudiziario. “Da parte loro una grandissima disponibilità a misurarsi con un testo complesso”. Si va in scena a giugno nel festival “Natura dèi teatri”
Macbeth - Lenz Fondazione 2

- PARMA – Una rilettura contemporanea del “Macbeth”, nel quattrocentesimo anniversario della morte di William Shakespeare, insieme agli ospiti della Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza sanitarie) di Mezzani, in provincia di Parma. È il nuovo lavoro di Lenz Fondazione, sotto la guida artistica di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, che si inserisce all’interno di una lunga collaborazione con il Dipartimento di salute mentale di Parma. “Da oltre 15 anni realizziamo azioni artistiche con lungodegenti psichici, in situazioni degradate per l’abitudine al pensiero e alla riflessione – spiega Maria Federica Maestri – L’anno scorso l’Ausl ci ha proposto di lavorare con gli ex ospiti degli Ospedali psichiatrici giudiziari. Da questa sollecitazione, abbiamo cercato di innescare una motivazione drammaturgica”. È nato così il lavoro sul Macbeth: “L’anniversario di Shakespeare, che avevamo già pensato di celebrare con una riedizione della tragedia, allestita nel 2000, è la valvola del necessario che innesca il processo artistico – continua Maestri – . E poi c’è l’imbarazzante coincidenza del tema, dell’equilibrio psichico compromesso, della condizione emozionale conflittuale che crea un trauma nella realtà”. 

Macbeth - Lenz Fondazione 2

Iniziato nel giugno del 2015, il laboratorio sul “Macbeth” coinvolge 3 o 4 degli attuali 8 ospiti della Rems di Mezzani (una delle due aperte provvisoriamente in Emilia-Romagna alla chiusura dell’Opg di Reggio Emilia lo scorso 31 marzo 2015, in attesa che venga realizzata quella definitiva, sempre a Reggio). “La Rems è un luogo di transito – afferma Maestri –: non sappiamo quanto e come si sviluppa la presenza dei nostri attori al suo interno e per noi che, prima o poi, andiamo in scena è una bella sfida”. Ciò significa che nel corso dei mesi gli attori all’interno della Rems sono cambiati perché nel frattempo qualcuno è uscito, “cambiano le persone e cambia il nostro modo di definire la presenza scenica”. All’interno della struttura, Lenz Fondazione lavora in due spazi, uno per la parte analitica e di improvvisazione drammaturgica dove avvengono le registrazioni e uno in cui vengono proiettati video e documentazione e si raccolgono le esperienze autoriali. Il lavoro si sviluppa in due fasi: la prima di studio e indagine del testo nella Rems e la seconda (in partenza a marzo) in cui gli attori usciranno dalla Rems per andare a teatro, “stiamo aspettando i permessi”, precisa Maestri. 

Ma come hanno accolto la proposta di lavorare sul Macbeth all’interno della Rems? “Da parte degli ospiti c’è una grandissima disponibilità a misurarsi con un testo complesso, in una traduzione (quella di Pititto) che non fa concessioni, non banalizza e non facilita certo l’ingresso – risponde Maestri – Alcuni sono più sensibili e più intelligenti, a volte la follia è una condizione di superiorità e non di inferiorità psichica. La loro traduzione non dico che arrivi a superare il testo originale, ma certo lo densifica”. “Non chiediamo all’attore di rivelare se stesso, ma di dare più potenza alle parole del testo attraverso l’interpretazione – dice la direttrice artistica – Del resto, io di loro, del loro passato, non so nulla, a parte il nome”. 

Il “Macbeth” nella rilettura di Lenz Fondazione con gli attori della Rems andrà in scena all’interno del festival “Natura dèi teatri”, il prossimo giugno. “Ancora non sappiamo se gli attori della Rems saranno con noi sul palco dal vivo o per immagini – conclude Maestri – In questo lavoro, infatti, ci siamo noi che facciamo sperimentazione, l’Ausl che sta testando un progetto nuovo ed è la giustizia che decide”. (lp) 

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