7 ottobre 2015 ore: 15:18
Salute

"Matti a cottimo", ecco com’è la vita all’interno del Mad Pride di Torino

Verrà proiettato stasera il documentario che racconta un anno della vita dei “matti” nell’associazione che ogni anno organizza la marcia per l’orgoglio dei folli. Una pellicola incentrata soprattutto sul tema del lavoro “come progetto di vita che agli utenti psichiatrici viene spesso negato”
Mad Pride di Torino

TORINO - C’è Simone Sandretti, che sogna “uno Stato di mille metri quadri in cui la pazzia sia legale”, e nel frattempo se ne va in giro a reclutare matti per le vie di Torino. E Luca Atzori, che crede che in fondo la gente “abbia bisogno della follia, delle persone moleste, perché permettono agli altri di mantenere le proprie certezze”. E c’è Cosimo Cavallo, il pittore che urla nel parco del Valentino, e che a un certo punto ha preso a disegnare, con una penna bic, infinite variazioni dello stesso volto. Sono loro i “Matti a cottimo”, protagonisti dell’omonimo documentario diretto da Mauro de Fazio e dallo stesso Sandretti, che racconta un anno vissuto all’interno del Torino Mad Pride, il collettivo di utenti, operatori e attivisti dell’anti-psichiatria che da tre anni organizza l’omonima marcia per l’orgoglio dei folli. 

Girata nell’arco di due edizioni della parata, tra l’estate del 2013 e quella del 2014, la pellicola fotografa il periodo forse più intenso nella vita dell’associazione. Quello “Stato” che Sandretti sognava, ad esempio, si è manifestato nel maggio del 2014, con l’occupazione dei locali in disuso del Centro di salute mentale della Asl di via Gorizia, presto ribattezzati “Repubblica dei matti”. E ancora, i volti che Cosimo disegnava con la biro - e che, parole sue, non voleva “neanche vedere” -  finirono in seguito sulle pagine dei giornali di mezza Italia, che in occasione della sua prima mostra azzardarono perfino paragoni col ben più celebre Antonio Ligabue.

- Tra tutto questo, ci sono le decine di riunioni, le iniziative artistiche (Atzori e Sandretti sono entrambi drammaturgi), i colloqui con gli psichiatri. E c’è soprattutto la ricerca di una dimensione e di un posto nel mondo che non si esaurisca nello stereotipo dell’“ex utente psichiatrico che vive di welfare”. Non a caso, gran parte del film è incentrata su quella che è stata la più significativa delle iniziative del Mad Pride: la creazione di una cooperativa di lavoratori (“Matti a cottimo”, per l’appunto), pensata per strappare alle fragili braccia dei servizi sociali quegli utenti “che ancora riescono a tirarsi su le braghe e a darsi da fare”.  “Ciò che vogliamo fare - racconta alla telecamera Atzori - non è soltanto offrire un servizio. Cerchiamo di costruire un ambiente relazionale, in cui i soci possano smettere di vivere in una realtà parallela rispetto agli altri”.

E ancora, ci sono le crisi personali e i momenti di tensione, che a volte degenerano nel delirio tout court; perché se “Matti a cottimo” ha un pregio, è soprattutto quello di restituire il disagio psichico per ciò che è, senza edulcorazioni o paternalismi: un continuo susseguirsi di alti e bassi,  che per Sandretti “non è però una malattia, ma una risorsa che richiede autodisciplina”. E se Simone Sandretti è, del resto, un utente di lungo corso, Mauro De Fazio ha lavorato per 15 anni come educatore nei servizi psichiatrici, e da sempre utilizza la videocamera “come strumento relazionale”: a loro si deve quello sguardo da “insider” che connota la pellicola, e che risulta prezioso in un momento in cui ognuno sembra voler dire la sua sul tema della follia. “Non è un caso - spiega De Fazio - se il film ha finito per ruotare soprattutto intorno alla continua lotta per l’autorealizzazione che accompagna la vita di queste persone, considerate improduttive da gran parte della società. Per i cosiddetti matti, il lavoro è molto più che un mezzo di sostentamento: loro più di altri sono coscienti dell’investimento emotivo che vi si ripone in quanto progetto di vita,  proprio perché questo progetto gli è spesso negato”.

“Matti a Cottimo - Strategie di sopravvivenza” verrà proiettato alle 21.30 di stasera al circolo Arci “Officine corsare”, in occasione della Settimana della salute mentale, l’Ingresso è libero con tessera arci. Per informazioni leggi qui. (ams)

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