6 settembre 2014 ore: 17:35
Immigrazione

"Mi impegno a Parma": 22 profughi volontari per la manutenzione del verde

I giovani sono provenienti dall'Africa sub-sahariana, tutti con storie pesanti alle spalle e lunghi mesi di pellegrinaggio. L'assessore Rossi: "Il vostro è lo spirito giusto per instaurare un rapporto positivo con la città"
Cura del verde pubblico

PARMA - Da profughi a volontari: è la ''trasformazione'' di cui sono protagonisti a Parma 22 giovani tutti provenienti dall'Africa sub-sahariana, tutti con storie pesanti alle spalle e lunghi mesi di pellegrinaggio, prima dell'approdo sui barconi in quella che sognavano come la "terre promessa", o almeno meno inospitale di quella in cui sono nati e cresciuti. Sono ospitati da circa un mese in un dormitorio del Comune al Cornocchio e seguiti dalla comunità "San Cristoforo" di don Umberto Cocconi e, riconoscenti alla città per l'accoglienza ricevuta, ora desiderano contraccambiare, mettendosi a disposizione per delle attività di volontariato. E l'amministrazione cittadina ha detto subito "si''. L'assessore al Welfare Laura Rossi ha incontrato oggi i giovani africani (provenienti da Gambia, Ghana, Guinea, Mali e Senegal) pronti a rimboccarsi le maniche in attività di volontariato per "sdebitarsi" attraverso il progetto "Mi ompegno a Parma". Lo ha annunciato la stessa Rossi, direttamente nell'incontro con loro alla Parrocchia Famiglia di Nazareth in via Navetta, dove i ragazzi stanno imparando l'italiano e dove trascorrono la loro giornata insieme ai volontari dell'associazione S.Cristoforo incaricata dalla Prefettura di occuparsi di tutte le incombenze necessarie; con un corrispettivo dallo Stato di 30 euro al giorno per persona, l'associazione - al pari di tutte le altre onlus impegnate nell''accoglienza ai profughi - deve provvedere ad ospitalità, pasti, corsi di italiano, incontri con lo psicologo, visite mediche, aiuto per ottenere i documenti (permessi di soggiorno e pratiche per il riconoscimento eventuale dello status di profughi richiedenti asilo).

"A Parma - ha spiegato Rossi - sono attualmente ospitati 230 profughi, 120 in città. Come Comune siamo ben consapevoli di cosa c'è dietro la storia di questi giovani, quali terribili peripezie hanno dovuto affrontare per attraversare il deserto e arrivare fino alle coste italiane. Accoglierli è un preciso dovere etico e morale, nonostante quello che stiamo attraversando sia un periodo molto difficile anche per chi è nato e vive nella nostra città e nel nostro Paese".
I fondi "che con molta fatica facciamo bastare", sono garantiti fino a fine anno "ma lo Stato deve continuare a sostenere il progetto, da soli non saremmo in grado di proseguire, anche perchè l'ondata di profughi pare destinata ad aumentare", ha avvertito l'assessore.

Dopo l'incontro con don Umberto Cocconi e gli operatori della San Cristoforo, Rossi ha incontrato i profughi: "Il vostro è lo spirito giusto per instaurare un rapporto positivo con la città - ha detto - vi ringrazio della disponibilità che avete manifestato e l'accolgo volentieri. Sarete chiamati a collaborare nell'ambito del progetto ''Mi impegno a Parma'', per il quale abbiamo risolte le ultime difficoltà burocratiche", impegnati in piccoli lavori di manutenzione, in particolare del verde, realizzando interventi che il sindaco ha segnalato e documentato come necessari, a cominciare dalla Cittadella. "Sarebbe un bel gesto, e la città comincerebbe a guardarvi con occhio diverso. Per un lavoro vero - purtroppo - i tempi sono lunghi e il percorso è difficile". A nome dei giovani ha risposto, ringraziando don Umberto e il Comune, e ribadendo la disponibilità, Lamil (Gambia), che parla correttamente inglese e francese, come molti dei suoi compagni di avventura, quasi tutti ad elevato indice di scolarizzazione.

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