“Mingong”, dal villaggio alla città: il documentario sulla Cina delle migrazioni
FERRARA – “‘Mingong’ è l’unione di due caratteri, significa contadino-operaio. È il nome con cui in Cina è stata battezzata una classe sociale nata agli inizi degli anni Novanta, 250 milioni di lavoratori che ogni anno dalle campagne dell’entroterra si riversano nelle megalopoli costiere per cercare lavoro. Noi ci siamo messi sulle loro tracce, per raccontare cosa vuol dire lasciare tutto e partire. E poi tornare di nuovo ritrovando tutto, non riconoscendo più niente”. Romano, classe 1991, Davide Crudetti è uno dei viaggiatori premiati nella prima edizione di “Fuorirotta”, il progetto del regista padovano Andrea Segre nato nel 2015 per sostenere idee di viaggio non convenzionale di giovani tra i 18 e i 30 anni. Da quel ‘pellegrinaggio’ di un mese e mezzo in terre lontane, è nato un documentario, “Mingong” per l’appunto, opera prima di Crudetti, che sarà presentata in anteprima al Festival di Internazionale di Ferrara venerdì 30 settembre alle 18 al Cinepark Apollo Multisala. -
Sette personaggi, 5 storie di diaspora diluite in 60 minuti. Sullo sfondo un Paese al galoppo che cambia volto a un ritmo strabiliante: “C’è Mengxi, che ha dovuto salutare 5 figli e vive ancora nel villaggio di Dimen, Shu Ren, rientrato dalla grande città di Canton perché malato”, racconta Crudetti, laureato al Dams di Bologna, alle spalle 3 anni da sceneggiatore e aiuto regia in una casa di produzione in Spagna, e un corso base al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma. “E poi la generazione dei giovani, lontani dalle terre natie, con un sogno solo: poter costruire, al loro ritorno, una casa in cemento, e demolire quella di legno in cui sono cresciuti”.
Insomma, “Mingong” accende una luce sull’altro lato della Cina ambiziosa, quello meno gridato ma più doloroso. “In Oriente è in corso il boom economico italiano di sessant’anni fa, che costringe a sacrificare affetti e relazioni in nome di una vita migliore legata prettamente a questioni materiali”, continua Crudetti, che ha cercato di riannodare i fili spezzati di queste piccole vite ripercorrendo a ritroso, a bordo dei bus utilizzati dai contadini emigranti, la strada che separa il futuro, Canton (Guangzhou), dal passato che invecchia, Dimen: “Un viaggio di 7 giorni che è anche temporale, dalla Cina proiettata al domani a quella che sta scomparendo e non c’è quasi più, popolata solo da anziani e bambini”. Lì dove, insieme a Davide Lupi, soggettista e interprete, e Lavinia Pastore, organizzatrice, Crudetti ha vissuto una quotidianità lenta, fatta di giornate di pesca con le mani nelle risaie, pranzi e cene scanditi da canti dell’addio per chi partiva. E allo stesso tempo, il brulicare dei cantieri e il rumore costante delle gru: il nuovo che prova a innestarsi nell’antico, con prepotenza.
“Mingong sintetizza pienamente quello che è lo spirito di Fuorirotta”, dice Andrea Segre, “andare in avanscoperta in luoghi sconosciuti, arricchirsi di nuovi punti di vista e scoprire che, per quanto possano sembrare lontani, spiegano sempre, in realtà, qualcosa di te. E questo vale anche per le migrazioni, che riguardano la Cina, così come l’Italia e l’Europa. Crudetti le racconta con densità etica ed esperta”.
Per la seconda edizione (in corso) del progetto “Fuorirotta” sono 15 i viaggiatori in giro per il mondo, da cui nasceranno altrettante storie. Ma c’è una novità: “Al rientro, 6 di loro riceveranno una somma per completare il proprio racconto con la modalità espressiva che preferiranno, video, audio, ma anche testi o fotografia. Insomma renderemo stabile l’esperienza positiva, nata per caso, con il viaggio di Crudetti”. (Silvia De Santis)