"Miseria ladra", Piazza Grande di marzo parla di legalità e di lotta alla povertà
La copertina del numero di marzo
La copertina del numero di marzo |
BOLOGNA - “La strada ci chiede sempre la stessa cosa: come fare affinché tutte le persone abbiano una casa, un lavoro, dignità, siano chiamate per nome, non siano un numero, una cosa, una merce? Questa è la domanda della strada. Ed è una domanda che ci trova spesso impreparati o indifferenti, altrimenti la strada non sarebbe sempre così piena di disperazione, di smarrimento, di bisogni non raccolti”. Lo dice don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele prima e di Libera poi, intervistato per il numero di marzo di Piazza Grande, il giornale dei senzatetto di Bologna, in strada in questi giorni che, in occasione del terzo anniversario della morte di Lucio Dalla, racconta anche quali sono le iniziative in programma a Bologna per ricordare il cantautore. Un numero che intreccia il tema della lotta alla povertà, con la campagna di Libera “Misera ladra”, e della legalità, in occasione della XX Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie promossa sempre da Libera e che, quest’anno, si celebra a Bologna il 21 marzo e a cui partecipa anche l’associazione Piazza Grande che, dal 17 al 19 marzo offrirà il pranzo a persone bisognose. “Nei miei limiti ho sempre cercato di dare una risposta, restando fedele a quella dimensione di incontro e impegno che ho sperimentato ancora prima di diventare prete, quando vivevo la strada insieme ai ragazzi emarginati della Torino degli anni Sessanta, figli di un’immigrazione tumultuosa che aveva aperto tante opportunità ma anche prodotto tanto smarrimento”, dice don Ciotti. Da questo numero, c’è una novità: il costo di produzione di Piazza Grande passa da 75 centesimi a 1 euro. “Una decisione discussa a lungo, soprattutto con i diffusori perché questo aumento pesa prima di tutto per loro – dice Leonardo Tancredi, direttore del giornale – Saranno loro, infatti, a pagare ogni copia 25 centesimi in più e a rischiare di vedere assottigliato il loro guadagno”. Per questo, Tancredi chiede la collaborazione di lettori e sostenitori.
Casa e reddito minimo sono due dei punti della campagna “Miseria ladra”. È l’associazione Avvocato di strada a trattare il tema del diritto alla residenza e delle conseguenze della sua perdita, mentre sul reddito minimo interviene Marco Revelli, docente di Scienze politiche all’Università del Piemonte ed ex presidente della Commissione di indagine sull’esclusione sociale. “È scandaloso che l’Italia non si sia ancora dotata di una normativa al riguardo – dice – Il reddito minimo è necessario anche se non sufficiente a contrastare i livelli di povertà presenti nel nostro Paese, perché il fenomeno è molto articolato e non omogeneo”.
Altro tema affrontato nel giornale è quello del lavoro degli educatori al tempo dei bandi al massimo ribasso. L’inchiesta si apre con due storie. Martina ha 27 anni e da dieci fa l’educatrice. Adesso lavora in una comunità per minori, li aiuta a gestire un pezzo della loro vita. Marco di anni ne ha 40 e questo lavoro lo fa da 15. Dopo aver cambiato 6 o 7 cooperative, oggi lavora come educatore interno a una scuola. “Con i bandi al massimo ribasso o dedichi il tuo tempo libero al lavoro o lo fai in modo incompleto”.Sul tema intervengono poi Amelia Frascaroli, assessore al Welfare del Comune di Bologna, che sta lavorando sull’eliminazione delle gare d’appalto al ribasso, “un sistema superato che non paga in termini di qualità e non risolve i problemi”. E l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Brescia, Felice Scalvini, che questo passo lo ha già fatto.
Produrre Piazza Grande costa ben più di un euro. Sulla copertina dei primi numeri del giornale in un angolo in basso a sinistra c’era una tazzina, un piattino e una scritta: “Questo giornale vale un caffè”. Lo scopo era dare un’idea sommaria di quanto potesse costare realizzare una copia, ma soprattutto legare il giornale di strada a un atto quotidiano, per molti piacevole e spesso necessario, come bere un caffè. Il costo indicato è quello che ogni diffusore paga all’associazione per una singola copia quindi il suo guadagno corrisponde a quanto l’offerta libera eccede il costo. Con il numero di marzo il costo di produzione indicato in copertina passa da 75 centesimi a 1 euro. “Il costo reale è ben più alto – spiega Tancredi – Il lavoro necessario a produrre le 45 mila copie annue di Piazza Grande costa circa 50 mila euro, quindi ogni copia costa 1,10 euro”. Una differenza che non più sostenibile per il giornale. “Quello che vi chiediamo è tenere conto degli sforzi che facciamo per tenere in vita questo giornale e ricordarvi quando vi verrà proposta una copia del giornale che un euro non è più sufficiente per garantire un margine di guadagno al diffusore – conclude il direttore – Vi chiediamo d’ora in poi di pescare nelle vostre tasche qualche altra moneta, oltre a quella da un euro, per scambiarla con una copia di Piazza Grande”. Tutto quello che darete in più, infatti, sarà il guadagno di chi il giornale lo vende. (lp)