18 ottobre 2018 ore: 11:22
Immigrazione

“Misure urgenti contro morti in mare”, appello di Unhcr e Oim a leader Ue

Le due organizzazioni si rivolgono ai capi di stato europei. Grandi (Unhcr):"Europa non è sotto assedio, arrivi in calo ma tasso mortalità in aumento". Vitorino (Oim): "Flussi illegali nell'interesse di nessuno". Da inizio anno 1700 morti. Si chiede di migliorare capacità soccorso e un accordo per operazioni di sbarco
Morti in mare. Cartello

ROMA - Adottare misure urgenti per far fronte alla situazione delle morti nel Mar Mediterraneo, che quest’anno hanno raggiunto un tasso record. E’ l’appello congiunto lanciato da Unhcr e Oim ai Capi di stato e di governo dell’Unione Europea, in vista dell’incontro di questa settimana.

I leader delle due organizzazioni richiamano l’attenzione sul fatto che in alcuni Paesi il dibattito politico su rifugiati e migranti, in particolare coloro che arrivano via mare, ha raggiunto “livelli di tensione pericolosamente alti, nonostante gli arrivi in Europa siano diminuiti”. Lo scontro politico alimenta timori inutili, rendendo più difficile la collaborazione tra i Paesi e impedendo di compiere progressi nella ricerca di soluzioni.

“L’attuale tenore del dibattito politico, che ci dipinge un’Europa sotto assedio, non è solo inutile, ma completamente estraneo alla realtà”, sottolinea Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. “Nonostante un calo degli arrivi, i tassi di mortalità sono in aumento. Non possiamo dimenticare che stiamo parlando di vite umane. Va bene il dibattito, ma i rifugiati e migranti non devono diventare il capro espiatorio per fini politici”.Sulla stessa scia anche Antonio Vitorino, direttore generale dell’Oim.  “I pericolosi flussi migratori illegali non sono nell’interesse di nessuno. Insieme dobbiamo investire di più per promuovere una migrazione regolare, potenziare la mobilità e l’integrazione per favorire la crescita e lo sviluppo a vantaggio delle due sponde del Mediterraneo”, dichiara.

Dall’inizio dell’anno i decessi sono stati oltre 1.700: questo significa che il tasso di morti e dispersi durante le traversate nel Mar Mediterraneo è drasticamente aumentato. Solo nel mese di settembre, una persona su otto è morta o scomparsa nel tentativo di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo centrale, in gran parte a causa di una riduzione nella capacità di ricerca e soccorso.

Oltre alla necessità di migliorare la capacità di ricerca e soccorso, l’Unhcr e l’Oim propongono un accordo regionale attuabile che renderebbe le operazioni di sbarco e accoglienza prevedibili e rapide. Le due organizzazioni sollecitano i leader europei a orientare le discussioni di questa settimana sulle soluzioni pratiche che vanno adottate con estrema urgenza e sulla necessità di garantire che le responsabilità siano debitamente condivise tra gli Stati europei. Allo stesso tempo, accogliamo con favore i progressi compiuti finora da alcuni Stati membri dell’Ue per arrivare a una condivisione delle responsabilità nell’attuare soluzioni per la ricerca, il salvataggio e le operazioni successive allo sbarco di rifugiati e migranti.

L’Unhcr e l’Oim rammentano inoltre ai leader europei di rimanere concentrati sull’attuazione delle priorità già concordate in precedenza nella Dichiarazione politica e nel Piano d’azione di La Valletta, in cui gli Stati esprimevano profonda solidarietà nell’affrontare le cause primarie alla base dei flussi migratori forzati e irregolari, sostenendo al tempo stesso i Paesi che accolgono un gran numero di rifugiati e migranti. “È inoltre necessario un sostegno maggiore e più efficace da parte dei leader dell’Ue per lo sviluppo di soluzioni strutturali a lungo termine  che possano migliorare le condizioni nei Paesi di origine e di transito - sottolineano -, affinché le persone abbiano la possibilità di condurre una vita dignitosa”.

 

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