"Mulinum", rilanciare il territorio recuperando la filiera dei grani antichi
- FIRENZE – Ha riscoperto la vocazione agricola del suo paese, San Floro, 600 abitanti a 15 chilometri da Catanzaro, grazie al progetto Orto di famiglia. E ora sta per riaprire l’ultimo mulino a pietra della Calabria, recuperando la filiera dei grani antichi. Lui è Stefano Caccavari, 28 anni, studente di Economia aziendale, che, quando la sua terra stava per essere devastata dal progetto di realizzazione di una discarica, ha aderito al Comitato No Battaglina, “quel progetto è stata la scintilla che ha innescato la ribellione nella popolazione, nelle associazioni e nella politica”, e poi ha deciso di fare qualcosa in prima persona per difendere il suo territorio. L’input è arrivato dall’agricoltura, dall’orto che tutti coltivano dietro casa e dalla terra del nonno, quattro ettari, messa a disposizione a quanti, in cambio di un abbonamento, sono interessati a raccogliere prodotti coltivati senza chimica, in modo biologico. “I lavori li facciamo noi in azienda, mentre gli ortisti vengono a raccogliere i prodotti”, spiega Caccavari. Partiti in 10, oggi gli “abbonati” all’Orto di famiglia sono più di 100, “tutte famiglie che vogliono mangiare in modo sano”. La bella notizia è che il progetto della discarica è stato poi bloccato dalla Regione Calabria.
A febbraio di quest’anno Stefano ha scoperto che l’ultimo mulino a pietra della zona (un tempo chiamata “Valle dei mulini” perché c’erano 9 mulini) rischiava di chiudere. “Con gli ortisti una volta alla settimana facciamo il pane, portando il grano da macinare al mulino – spiega Stefano – È così che ho scoperto che stava per scomparire, le macine vendute a qualche collezionista”. Gli ortisti hanno suggerito una colletta che, in tempi di social network è diventata un crowdfunding online lanciato con un post su Facebook il 14 febbraio. “Cari amici, salviamo l’ultimo mulino a pietra della Calabria”. Le risposte non si sono fatte attendere: l’appello è stato condiviso 600 volte e in 90 giorni sono stati raccolti 500 mila euro da investitori sparsi in tutto il mondo. C’è chi ha sottoscritto i mille euro per diventare socio e chi ne ha investiti anche 10 mila. “Sarà un mulino speciale, costruito in bioedilizia – racconta Stefano – Ci saranno la macina, una sala degustazione e la sala con i forni dove cuocere il pane”. Nel progetto “Mulinum” sono stati coinvolti altri produttori con l’obiettivo di recuperare la filiera dei grani antichi della Calabria e macinare solo grani prodotti sul territorio. “Si tratta di grani che hanno una resa inferiore rispetto a quelli industriali ma sono più genuini e non modificati”. Il 18 settembre c’è stata la posa della prima pietra del mulino che aprirà a gennaio 2017.
Il 14 ottobre Stefano Caccavari sarà presente al Festival delle generazioni di Firenze per partecipare a un incontro dal titolo “In tempo per nutrirsi: cibo, memoria, bellezza, valori” (Palazzo Vecchio, Sala d’Arme – ore 12) in cui si parlerà di cibo, di riscoperta delle stagioni e dei saperi del passato. “Oggi c’è una maggiore consapevolezza sul cibo, sull’importanza di recuperare le tradizioni – conclude Stefano – Lo dimostra il fatto che un’idea sulla carta, quella del mulino, è riuscita ad appassionare tante persone in tutto il mondo che hanno deciso di investire in un progetto legato all’agricoltura”. Insieme a Caccavari ci saranno Tiziana Primorì di Fico Eataly World, Marisa Laurito e il sottosegretario di Stato alla Salute, Vito De Filippo. (lp)