"Norcia epicentro del mio cuore": dai ragazzi un atto d’amore per i paesi dei Sibillini
ROMA - “Certi luoghi hanno contribuito a renderti la persona che sei accompagnandoti tappa dopo tappa. Certi luoghi non smettono mai di essere casa”: lo scrive Arianna Severini. “Adesso voglio tornare”, scrive Valentina Moroni: “Tutto cambia, troppo in fretta, quando meno te lo aspetti”. “Ora, respira – sono le parole di Ludovica Fabiani – per ogni volta che, guardando quelle quattro case, hai pensato ‘Io voglio andarmene di qui’, per ciò che conta davvero e lo hai capito solo adesso, solo così”. Giulia Soloni vorrebbe “reagire, lo vorrei tanto, ma non riesco”. Giulia Petaccio scrive “al buio nel mio scomodo letto in questa grande tenda, cercando di fare meno rumore possibile, non voglio svegliare nessuna delle altre 28 persone che sono qui con me”. Simone Paliani si sofferma a riflettere sul fatto che “è nella mente il danno maggiore lasciato a ognuno, senza pietà”; perché “con la terra trema la mia interiorità – scrive Claudia Liberatori – e la verità è che ho perso una parte di me, forse la più bella, la più forte”.
Sono alcune delle riflessioni che ragazzi e ragazze tra i 15 ei 25 anni, residenti a Norcia e nei paesi limitrofi colpiti dal sisma di un anno fa, hanno spesso affidato a Facebook nei giorni e settimane successivi alle scosse che hanno distrutto i loro punti di riferimento. Quegli scritti sono diventati un libro – “Norcia, epicentro del mio cuore”, Morlacchi Editore – che è stato presentato ieri sera a Norcia, con diretta web, nello “Spazio solidale 24” dei Montanari Testoni Norcia – Cascia, in viale della Stazione 11.
“Questi scritti non potevano andar perduti nella voragine ipertrofica del web”, dice Matteo Papini, insegnante di religione all’Istituto De Gasperi – Battaglia di Norcia al quale si deve il coordinamento. “Lanciata l’idea – spiega Papini -, le adesioni sono fioccate ed è subito emersa l’idea di affiancare ai testi le foto, catturate in quei giorni dagli occhi esperti di alcuni degli autori, foto raccolte non con l’irriverente curiosità del cronista ma con la cura di chi scopre la bellezza anche in un paesaggi ferito. Questa bellezza è il cuore del libro”.
Il libro è un percorso interiore nel quale fanno da guida giovanissimi che solo perdendoli si sono resi conto di quanto quei luoghi nativi, caratterizzati da lunghi noiosi inverni e fuori dalle direttrici del mondo veloce delle metropoli, luoghi da cui prima o poi hanno sognato di fuggire (“passavamo pomeriggi a pianificare un futuro lontano da te”), fossero parte intima delle loro vite, della quotidianità che costruisce identità e visione (“era bella Norcia… mi mancherà, contro ogni previsione”).
Gli psicologi che da un anno lavorano nelle zone martoriate dal sisma, e che hanno realizzato quasi 2 mila interventi psicologici tra tendopoli, alberghi della costa adriatica e nelle casette grazie al progetto attivato da Intersos e Psy + Onlus, riferiscono che a un anno dal sisma c’è ancora molto da fare e sono convinti della priorità di “dare una mano ai ragazzi per superare i traumi: sono loro che dovranno ricominciare”.
Leggendo gli scritti dei ragazzi si incontrano la paura e il terrore di quando la terra ha tremato, “l’incanto sgretolato”, ma si respira anche l’aria profumata dei Sibillini in primavera e, proprio come loro, anche noi lettori intravvediamo le stelle dai vicoli, stelle che tornano nelle parole di quasi tutti, poiché il cielo a Norcia, a Castelluccio e in tutti i paesi dei Sibillini è fieramente presente, è lì, sembra di toccarlo.
E, se “nel cuore nessuna croce manca” come scriveva Ungaretti citato in apertura del libro, comune a tutti i testi dei giovani dei Sibillini è la parola speranza: “Norcia e i nostri paesi risorgeranno, più belli e più forti di prima”; “Norcia rinascerà, ho davvero la ferma certezza che questo accadrà, ma nel frattempo piango”; “Abbiamo un fuoco che arde dentro – scrive Ludovica Ottaviani -, che è sintomo di rinascita e di fame”. Davvero sembrano alzarsi, sopra alle macerie ancora in loco e alle emozioni dei figli giovani di questa terra, le parole di Leonard Cohen:“C’è una crepa in ogni cosa, è così che si vede la luce”.
Il libro “Norcia epicentro del mio cuore” – con le immagini di copertina di Lorenzo Attili e il progetto grafico di Jessica Cardaioli e Martina De Santis, si può acquistare: il ricavato andrà al progetto di ricostruzione “Arca dell’associazione “I love Norcia”. (ep)
Il disegno di una bambina. “Te l’ho fatto perché non volevo che fossi triste. Vedi, Ludo, quelle siamo io e te sull'altalena e il campanile era ancora vivo” |