24 gennaio 2013 ore: 12:50
Famiglia

“Oltre l’arcobaleno”: in un libro gli effetti del sisma dell’Aquila sui bambini

I più piccoli (3-5 anni) sono meno esposti al disturbo post traumatico da stress. Le femmine sono più soggette a depressione e ansia. Lo studio che ha coinvolto 37 pediatri e oltre 1.700 bambini è stato raccolto nel libro “Oltre l’arcobaleno”. La presenta
Simona Ghizzoni/Contasto L'Aquila, terremoto, una famiglia di sfollati
BOLOGNA - I bambini in età prescolare (3-5 anni) che vivono nelle zone colpite dal terremoto e in quelle vicine ma non colpite sono meno esposti al disturbo post traumatico da stress rispetto a quelli più grandi (6-14 anni) che abitano nelle zone vicine al cratere del terremoto dell’Aquila del 2010. Le femmine sono più inclini a stati di ansia e depressione rispetto ai maschi. In quelli che vivevano all’Aquila sono stati riscontrati anche stati depressivi e ansia. È quanto emerge da “Arcobaleno”, uno studio sugli effetti del terremoto che ha colpito L’Aquila nel 2010 che ha coinvolto 37 pediatri e 1.722 bambini in 2 fasce di età, tra i 3 e i 5 anni e tra i 6 e i 16. “Abbiamo cercato di capire quali fossero i disturbi nei minori tra il primo e il secondo anno dopo il terremoto dell’Aquila – dice il neuropsichiatra infantile Paolo Feo, che ha monitorato le operazioni di screening sui bambini presi in esame – In casi di emergenza come questi si studiano le conseguenze in modo da poter dare linee-guida per far fronte alle future possibili calamità”. Il campione di bambini preso in esame, proviene in parte dall’Aquila, in parte dai comuni del cratere, e infine anche da comuni non colpiti dal terremoto, utili questi ultimi a comprendere in che misura si sia diffusa la paura in seguito al disastro.

I bambini sono stati sottoposti a un test di screening per capire se si fossero manifestati sintomi di un disturbo post-traumatico da stress o qualunque altra forma di squilibrio psicologico. Alla fase dello screening, per un numero molto ridotto di bambini (circa 300), è seguita poi un’analisi a tutti gli effetti diagnostica, in cui uno specialista sottoponeva i minori, accompagnati dalle madri, a un colloquio di un’ora e mezza per capire se effettivamente quelli che nella prima fase erano stati etichettati come sintomi, si rivelano successivamente veri e propri disturbi. “Dal nostro studio –continua Feo – emergono alcuni dati incontrovertibili che ci ammoniscono su quali siano i fattori di rischio in casi di emergenza come questo: i bambini con genitori che abbiano un livello d’istruzione alto, sono risultati psicologicamente più protetti dal trauma, lo stesso avviene per i ragazzi che non abbiano avuto casi di psicopatologie in famiglia. Inoltre le femmine risultano più inclini a stati d’ansia e di depressione dei loro coetanei maschi, che invece tendono a “esternalizzare” il problema, sono più soggetti, cioè, a stati di aggressività o iperattività”. I risultati delle ricerche sono raccolte nel volume “Oltre l’arcobaleno. Bambini e salute mentale in situazioni di emergenza e disastri naturali”, realizzato da  Camillian Task Force (Ctf), Caritas Italiana, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Il libro sarà presentato venerdì 25 gennaio alle 18, presso l’atrio della Scuola media “Montanari” di Mirandola (Modena). (elena marchese)
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