19 aprile 2016 ore: 16:29
Immigrazione

“Open Borders”, 4 fotografi a Idomeni: "Abbiamo visto la solidarietà dei greci"

Il progetto è nato da un incontro in Grecia e si è concretizzato al ritorno dal campo di accoglienza al confine con la Macedonia. Obiettivo è far conoscere la crisi umanitaria che migliaia di migranti stanno vivendo. Il 20 e 21 aprile il collettivo arriva a Bologna con una mostra e un incontro di finanziamento
Cosimo Calabrese/Open Borders Fotografi a Idomeni - Cosimo Calabrese (non usare)

Foto: Cosimo Calabrese/Open Borders

Foto di Pierfrancesco Lafratta
Fotografi a Idomeni - Pierfrancesco Lafratta

BOLOGNA – Andare oltre lo stereotipo dei migranti come ‘massa’, raccontare le persone, la loro storia. È l’obiettivo di “Open Borders – Sguardi migranti”, il lavoro collettivo autofinanziato di 4 fotografi, 3 originari di Taranto – Cosimo Calabrese, Pierfrancesco Lafratta, Fabio Viola, e uno di Salonicco, Giorgios Christakis. “Lo scorso ottobre ci siamo incontrati ad Atene, stavamo tutti lavorando sulle migrazioni e abbiamo deciso di fare un progetto insieme”, racconta Cosimo Calabrese, che è stato anche nei Balcani e a Budapest. Gli altri hanno documentato le migrazioni a Calais, Salonicco e in Germania. L’occasione è arrivata lo scorso febbraio quando i 4 si sono trovati a Idomeni, il campo di accoglienza al confine tra Grecia e Macedonia gestito da Unhcr e Medici senza frontiere che è arrivato ad accogliere 12 mila persone. “L’idea è raccontare le migrazioni staccandosi dalla narrazione dei media, ma parlando con le persone, raccogliendo testimonianze – continua Calabrese – e poi pubblicare i lavori su media indipendenti e divulgarli nelle scuole e in contesti sociali per far conoscere a quante più persone la crisi umanitaria che migliaia di migranti stanno vivendo”. Il collettivo sta portando il progetto in giro per l’Italia, nelle scuole e in spazi sociali, “vorremmo riuscire a sostenere, con questo lavoro, i volontari e le piccole associazioni che in Grecia stanno aiutando i migranti”. 

Foto di Giorgos Christakis
Fotografi a Idomeni - Giorgos Christakis

I 4 sono stati a Idomeni a fine febbraio, “proprio nel momento in cui stavano chiudendo le frontiere”, e poi a fine marzo, quando sono entrati anche nei campi militari in Grecia. “Quando siamo tornati a Idomeni abbiamo visto una sorta di ‘stabilizzazione’ nel campo, c’erano persone che volevano restare nella speranza di una riapertura delle frontiere e altri che si spostavano nei campi militari – spiega Calabrese – Noi ci siamo entrati grazie ai volontari. Quello che abbiamo visto è la solidarietà dei greci, nella gestione della crisi molto è fatto da volontari e piccole associazioni”. La mancanza di informazioni è un’altra delle cose che hanno notato: “Ci ha colpito molto, ad esempio nessuno nei campi sa dei programmi di ricollocamento dell’Onu – dice Calabrese – A marzo abbiamo rivisto un signore iracheno che avevamo conosciuto nel primo viaggio, da Idomeni era stato spostato ad Atene, in un hotel vicino al nostro. Aveva saputo per caso della possibilità del ricollocamento e aveva aderito: lui vuole andare in Germania ma era in attesa di sapere dove sarebbe stato mandato. Non aveva nessuna certezza”. 

Foto di Cosimo Calabrese
Fotografi a Idomeni - Cosimo Calabrese

Le fotografie realizzate dal collettivo sono in copyleft, con licenza creative commons in modo che possano essere usate per fare divulgazione nelle scuole, sui magazine indipendenti, in contesti sociali. “Vogliamo portare la nostra testimonianza, andare nelle scuole, parlare con i ragazzi – racconta Calabrese – Siamo stati in alcune scuole di Taranto, Bari e Brindisi, in qualche classe gli studenti stavano lavorando su progetti sulle migrazioni, in altre invece quello che sapevano lo avevano sentito dai media. È stato interessante confrontarsi con loro, sentire le loro idee e raccontare la nostra esperienza”. 

Foto di Fabio Viola
Fotografi a Idomeni - Fabio Viola

Il 20 aprile “Open Borders” arriva a Bologna: alle 19 inaugura l’esposizione da Senape (via Santa Croce, 10 abc) all’interno delle iniziative promosse dal Comitato Pratello R’Esiste 2016 verso il 25 aprile. La mostra che comprende 30 fotografie realizzate a Idomeni sarà visitabile fino al 26 aprile. Durante la serata il collettivo racconterà l’esperienza fotografica e sociale in Grecia e sarà possibile acquistare le stampe per sostenere il progetto. Il 21 aprile al Tpo (via Casarini, 17/5) alle 18 è in programma una serata di “Parole e immagini sulla rotta greca nell’Europa della vergogna” a sostegno degli attivisti e dei volontari in Grecia: durante la serata sarà presentato il progetto “Open Borders”, l’aperitivo sarà a sostegno dell’attività di accoglienza in Grecia di Aid Delivery Mission e Diktyo – Network for social and political rights. (lp) 

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