20 febbraio 2017 ore: 14:04
Immigrazione

“Parole alla pari”, gli universitari insegnano l'italiano ai minori stranieri soli

Nove studentesse per i prossimi 8 mesi aiuteranno altrettanti minori stranieri con l’apprendimento della lingua italiana e la conoscenza della città e dei servizi. Sono un centinaio i Msna sul territorio di Modena, di cui 13 accolti in famiglia grazie al Progetto WelcHome e gli altri in comunità
Scuola. Insegnante scrive su lavagna

MODENA – Nove studentesse universitarie per i prossimi 8 mesi seguiranno altrettanti minori stranieri non accompagnati o richiedenti asilo, aiutandoli nell’apprendimento della lingua italiana e nella conoscenza della città e dei suoi servizi. È “Parole alla pari”, progetto sperimentale di volontariato nato da un accordo di rete tra l’assessorato alla Coesione sociale, Sanità, Welfare, Integrazione e Cittadinanza del Comune, la Fondazione San Filippo Neri e l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori ErGo che si è impegnata a promuovere l’attività di volontariato presso gli studenti borsisti, in particolare quelli residenti a Modena e iscritti a Scienze dell’educazione e Antropologia. L’iniziativa è l’estensione di “Qualcuno ha bisogno di te”, il progetto lanciato dall’Amministrazione comunale 15 anni fa che vede giovani universitari affiancare ragazzi tra i 10 e i 15 anni in carico ai Servizi sociali e in difficoltà nell’affrontare i compiti della vita quotidiana. “Ho iniziato quest’anno a occuparmi di minori stranieri non accompagnati – dice Rita Bondioli, responsabile dei Servizi sociali del Comune di Modena – e ho pensato di portare l’esperienza della tutela anche in quest’area”. Attualmente sono circa un centinaio i minori stranieri non accompagnati accolti sul territorio di Modena, di cui 13 in famiglia grazie al Progetto WecHome. “Il nostro obiettivo è potenziare il progetto, ma per farlo è necessario sostenere le famiglie – aggiunge Bondioli – Credo che questo sia un buon supporto per facilitarle nell’accoglienza”. 

Attivo dall’inizio degli anni Duemila, il progetto “Qualcuno ha bisogno di te” è ormai consolidato. “All’inizio era considerato come un progetto di volontariato, si proponevano in tanti, anche persone anziane – continua Bondioli – Oggi invece sono soprattutto studenti universitari di facoltà umanistiche che, oltre a voler dare una mano, vedono questo percorso quasi come uno ‘stage formativo’ all’interno del loro piano di studi”. Nell’anno scolastico 2014/2015 sono stati avviati 28 percorsi, di cui 7 in continuità con l’anno precedente, nell’anno 2015/2016 ne sono partiti 30, di cui la metà in continuità. “Quest’anno ne abbiamo attivati una quarantina, di cui circa un terzo sono rinnovi – aggiunge Bondioli – In media, attiviamo 20/22 percorsi nuovi all’anno”. 

I primi a essere coinvolti nel progetto “Parole alla pari” sono stati gli universitari ospiti nello studentato di ErGo, all’interno del comparto San Filippo. Al momento il primo gruppo di studenti (tutte ragazze, di cui molte straniere), sta seguendo gli incontri formativi a cura della Fondazione San Filippo Neri in cui è stato spiegato loro chi sono i minori stranieri non accompagnati, da dove provengono e quali aspettative hanno, e sono state fornite informazioni sul metodo utilizzato, la peer education ovvero l’educazione tra pari. Sulla base dei bisogni i Servizi sociali selezioneranno i minori con cui le universitarie lavoreranno nei prossimi mesi. “L’idea è creare microgruppi di lavoro in modo che non ci siano interruzioni dell’attività ad esempio durante le sessioni di esami”, conclude Bondioli. (lp)

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