“Per Padova noi ci siamo”. Comune, diocesi e Csv insieme per i più fragili
ROMA - “Per Padova noi ci siamo”: Comune, diocesi e Centro servizio per il volontariato Padova lanciano un progetto per dare una “risposta efficace ai bisogni di primaria necessità delle persone con fragilità nel periodo di emergenza e post-emergenza” insieme ad una campagna di raccolta fondi. “Per conciliare le necessità con le risorse della comunità e allo stesso tempo operare in sicurezza Comune, diocesi e Csv in collaborazione con la Protezione Civile e il supporto di Banca Etica e Produzioni dal Basso - spiega una nota - hanno deciso di unire le forze attraverso l’attivazione di un coordinamento tra tutte le componenti sociali della città di Padova e di una importante raccolta fondi da destinare alle fragilità più estreme”.
Il progetto si concretizza attraverso l’attivazione di una rete tra le realtà associative, i servizi Caritas, i servizi pubblici e le realtà produttive presenti sul territorio che già stanno fronteggiando la problematica o disponibili ad attivarsi; il coordinamento dei volontari che hanno dato la loro disponibilità; l’attivazione e il potenziamento di tre servizi: telefonata amica, consegna a domicilio di beni di prima necessità e risposta abitativa per i senza dimora. I bisogni saranno raccolti dal Comune di Padova attraverso il numero dedicato 0492323009 #chiamacipure. Le disponibilità saranno raccolte e vagliate dal Csv Padova attraverso il numero 0498686849 (interno 1) o attraverso la mail cisono@padovacapitale.it #iocisono. “In pochi giorni - continua la nota - nel territorio comunale sono nate spontaneamente moltissime iniziative lodevoli di condomini o vicini di casa o di quartiere per dare risposta a bisogni primari delle persone più fragili, come la spesa. Parallelamente alcuni esercenti hanno dato la loro disponibilità e le associazioni da sempre impegnate nell’aiuto alle necessità basilari stanno cercando di proseguire il servizio. Le indicazioni del governo però sono chiare: è necessario per il bene di tutti rimanere a casa”.
Il progetto sarà sostenuto da fondi propri dei tre enti capofila e da una campagna di raccolta fondi aperta alla cittadinanza, per dare la possibilità a tutti di contribuire. “I principali costi da sostenere sono relativi all’acquisto di generi di prima necessità per le persone in disagio economico - spiega la nota -, all’acquisto di presidi di protezione personale per i volontari coinvolti per poter operare in sicurezza e ai costi per offrire riparo alle persone senza fissa dimora durante il periodo dell’emergenza”. Il progetto, inoltre, vuole essere un apripista a livello nazionale per azioni coordinate e sicure, spiegano i promotori. “Proprio per questo da Padova capitale europea del volontariato - afferma Emanuele Alecci, presidente del Csv Padova - ci siamo uniti per un messaggio comune: la risposta alle persone in difficoltà la diamo noi. Ma abbiamo bisogno del vostro aiuto, da casa”. Anche dal sindaco Sergio Giordani, l’appello a rimanere a casa. “Dallo scorso 22 febbraio la vita di tutti noi è cambiata e continua a cambiare - spiega Giordani -. Ora dobbiamo rimanere a casa, è importante per il bene di tutti. Ma non possiamo dimenticare chi non ha una rete familiare di supporto, chi ha limitazioni fisiche, chi è in difficoltà economica, chi una casa non ce l’ha”. Per il vescovo di Padova, Claudio Cipolla “si può praticare la carità e la solidarietà anche a distanza: anche stando in casa è possibile tessere fili, ravvivare relazioni di prossimità, e con la creatività aiutare i più fragili a vivere questo tempo. Una telefonata per un saluto, una preghiera, un piccolo favore al vicino di pianerottolo. E poi la fiducia in tutti coloro che nel rispetto delle regole si stanno facendo carico di chi è solo, di chi è in strada, di chi non ce la fa”.
Per Cristina Piva, assessora al volontariato, “i padovani non potevano che rispondere così in un momento tanto difficile della storia della città - aggiunge -. Padova non si chiude in se stessa ma mette in campo tutta la sua forza solidale per essere accanto, nel rispetto delle norme stabilite, a chi non ha reti di supporto, alle persone più esposte, a quelle più fragili. Insieme, sono certa, ce la faremo”. Infine il messaggio di Marta Nalin, assessora al sociale: “Abbiamo l’attenzione accesa su tutte e tutti, comprese le persone di cui troppo spesso la società si dimentica. Sono loro al centro di questa iniziativa. Oltre all’importante coordinamento delle lodevoli iniziative spontanee di volontariato ci siamo impegnati per dare una mano ai senza dimora. #iorestoacasa non è semplice se una casa non la si ha, in questo modo garantiamo loro un posto in cui stare per tutelarsi e per contribuire alla sfida collettiva che stiamo affrontando”.