16 ottobre 2024 ore: 13:19
Famiglia

"Perché proprio a me?". La separazione dei genitori raccontata dai figli

L'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza ha presentato il volume illustrato che contiene i disegni e le parole dei bambini e delle bambine che partecipano ai gruppi di parola."Sia sempre al centro l'interesse del minore"
libro bambini separati

ROMA - Parole e disegni, per dare la parola ai bambini che vivono l'esperienza, per loro quasi sempre drammatica, della separazione dei genitori: “Perché proprio a me?” è una delle frasi scritta da uno dei piccoli autori, scelta come titolo per il volume, realizzato e presentato oggi dall'Autorità garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, Carla Garlatti, in collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore. L'idea nasce da Paola Cavatorta, che dirige il Consultorio familiare della Cattolica di Roma. In 80 pagine, il volume raccoglie quanto realizzato dai bambini e dalle bambine all'interno dei Gruppi di parola, rivolti proprio ai figli dei genitori che si separano.

Difficile, ma doveroso, che l'interesse del minore sia sempre al centro”

“Abbiamo voluto presentare il libro in questa sala del Maxxi, perché è un'espressione artistica dei bambini e delle bambine che hanno dato parola e immagine alle loro emozioni – ha detto in apertura l'Autorità Garante Carla Garlatti –Difficilmente i bambini e le bambine, nella dolorosa esperienza della separazione, trovano spazio per esprimere i loro sentimenti, di cui a volte gli adulti non si rendono conto. Nessuno intende stigmatizzare la coppia che si separa – ha precisato - ma il bambino vede stravolta la sua vita. I sentimenti illustrati sono rabbia, incertezza, paura. Come Autorità Garante, abbiamo anche il compito di promuovere la cultura della mediazione e della risoluzione dei conflitti. Per questo abbiamo promosso e sostenuto con forza questa iniziativa: perché separarsi succede, ma a separarsi bene bisogna imparare. Come? Mettendosi dalla parte dei bambini, che nei processi di separazione non hanno voce, perché è un'esperienza per lo più adulto centrica. Se si può smettere di essere coppi, genitori si resta per sempre: i figli devono sapere di essere al centro delle scelte della mamma e del papà, che continueranno ad amarli. Un anno prima della pandemia, sempre come Autorità Garante, abbiamo realizzato e diffuso la Carta dei diritti dei figli dei genitori separati, proprio per sollevare l'attenzione su una questione così importante. Colpiscono le domande dei bambini, riportate nel libro. Alcune in particolare, oltre a quella che dà il titolo al volume: 'Mi tirano da entrambe le parti', 'Vado da un posto all'altro come pacco postale'; 'Non sono potuto andare in gita scolastica perché i miei genitori non si sono messi d'accordo': quest'ultima rappresenta la tipica situazione in cui i genitori perdono di vista l'interesse e il benessere del figlio e della figlia. Non è facile, ma è doveroso che, anche nella complessità e la drammaticità della separazione, l'interesse del minore sia sempre al centro e la visione adultocentrica sia accantonata”.

Il minore in aula di giustizia

In realtà, “oggi il minore entra fisicamente nell'aula di giustizia, diversamente da quanto accadeva fino a vent'anni fa – riferisce Monica Velletti, presidente della prima sezione civile del Tribunale di Terni - Ora è previsto l'ascolto del minore da parte del giudice, a partire dai 12 ma anche prima, se viene ritenuto capace di discernimento. Quello che mi colpisce, è lo sforzo che fanno per mantenere un'equidistanza: nel descrivere l'uno e l'altro genitore, arrivano ad usare gli stessi aggettivi. Ma è molto difficile che, in un'aula di giustizia, esprimano emozioni e angosce”, conclude

L'esperienza e il valore dei Gruppi di parola, come spazio di espressione e condivisione delle emozioni, sono stati testimoniati da Paola Cavatorta: “Spesso la famiglia, presa da questo momento complesso, perde di vista i propri figli. Il gruppo è l'occasione e l'opportunità di mettere in comune la loro esperienza. Assicurare ai bambini la possibilità di raccontare è il primo strumento per riattivare il dialogo, portando in salvo e vivificando il legame con i genitori. Per loro non è scontato che questo legame possa restare: bisogna aiutarli a vivere questo strappo, avendo un approdo sicuro, che è appunto il legame con la mamma e il papà”.

I gruppi di parola

Tecnicamente, il gruppo di parola è un intervento breve, che consiste in quattro incontri, riservati a figli di genitori separati. Il numero dei partecipanti varia da sei a otto, di età omogenea. La partecipazione del bambino deve essere autorizzata da entrambi i genitori. Il Consultorio dell'Università Cattolica è stato pioniere, avviandoli nel 2010. Oggi sono diffusi in tutta Italia, anche grazie al supporto fondamentale dell'Autorità Garante, che per la sua visione dell'infanzia e dell'adolescenza ha creduto in questo progetto. “In quattro 'puntate'- racconta Cavatorta - si toccano varie tematiche, con i conduttori che propongono disegno, discussioni ma anche esperienze più attive, come il gioco di ruolo. Inoltre, il gruppo scrive una lettera ai genitori, per raccontare sentimenti, emozioni, desideri. La lettera è un prodotto collettivo, i bambini si prestano e si scambiano le parole: questo permette una sorta di anonimato, che rende più semplice per i bambini dire ai genitori ciò che non riuscirebbero a dire in altro modo. Al termine del quarto incontro, i genitori entrano e fanno merenda con i figli,che leggono loro la lettera. È sempre un momento molto emozionante Dopo circa un mese, incontro con genitori e figlio/a per sapere com'è stata l'esperienza e se la consiglierebbero. È una piccola esperienza, ma potente – assicura infine Cavatorta – I bambini possono esprimersi e da invisibili diventare visibili”.

 

 

 

 

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