L'intervento di Stefano Tabò alla Conferenza annuale di Csvnet che a Napoli ha riunito oltre 270 partecipanti da 60 Csv e ha visto la partecipazione dei relatori della riforma del Terzo Settore
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Stefano Tabò
Si è chiusa domenica scorsa a Napoli la Conferenza annuale di Csvnet, realizzata in collaborazione con i Centri di servizio per il volontariato della Campania. Al confronto hanno partecipato oltre 270 rappresentanti di 60 Csv ed esponenti di Anfass, Anpas, Anteas, Cdo Opere sociali, Centro sportivo italiano, Lega ambiente, Libera, Mo.Vi., Touring Club e Convol.
Presenti anche due dei relatori della Riforma del Terzo Settore: l’onorevole Donata Lenzi e il senatore Stefano Lepri. Molti sono gli aspetti ancora da chiarire e permangono motivi di forte preoccupazione sull’impianto della riforma, ma non mancano punti di convergenza. Csvnet si è riconosciuto in sintonia con le argomentazioni dei relatori, convinti della necessità che i Csv del “dopo Riforma” assicurino, nella propria governance, pieno coinvolgimento ed ampia partecipazione del volontariato locale.
“Il principio della “porta aperta” – ha dichiarato Stefano Tabò, presidente di Csvnet - è già contenuto nelle nostre linee guida elaborate nel 2011. In base a tale impostazione, si tratta di assicurare regole e strumenti per consentire alle organizzazioni di volontariato presenti in un dato territorio di concorrere alle scelte strategiche del proprio Csv, ivi compresa l’elezione dei suoi organi sociali. È il momento di convenire sul fatto che questa sia condizione necessaria alla gestione di tutti i Csv”.
“Csvnet, non a caso, ha da subito accolto l’idea di una riforma normativa inerente alla gestione e al controllo dell’attività dei Csv, - ha aggiunto Tabò - auspicando pubblicamente criteri e procedure comuni a tutte le regioni del nostro Paese”.
“Il principio della “porta aperta”, dunque, non è il solo che si può e che si deve prendere in considerazione: c’è in gioco un progetto complessivo destinato ad assicurare coerenza e qualità nella promozione del volontariato italiano. Risulta tuttavia evidente che occorre dare concretezza e fattibilità ad ognuna delle affermazioni teoriche del futuro dettato normativo. Csvnet, pertanto, - ha concluso - si impegna da subito ad evidenziare e mettere a disposizione le diverse soluzioni contenute negli statuti con le quali numerosi Csv hanno fin qui concretamente declinato il principio della “porta aperta” nella propria governance. Portare a fattor comune le buone prassi esistenti è uno dei compiti di Csvnet ma è anche uno degli obiettivi della Riforma”.
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