24 settembre 2015 ore: 14:44
Immigrazione

“Porteremo i rifugiati in Europa con l’aereo”. A ottobre il primo volo?

Un gruppo di imprenditori e filantropi svedesi ha lanciato “Refugee Air” per creare rotte sicure per chi fugge dalla guerra. L’idea è prelevare direttamente le persone dai campi del Medio Oriente. Dopo il lancio della campagna #letthemfly, duemila persone stanno contribuendo con risorse e reti
Refugee Air

“Provate a pensarci: se doveste fuggire adesso dalla guerra, prendere un aereo non sarebbe la scelta più ovvia?”. Nasce da questa semplice domanda, l’idea di creare Refugee Air, un progetto non profit per consentire ai rifugiati di percorrere rotte sicure verso l’Europa. A pensarci è stato un gruppo di imprenditori e filantropi svedesi che, stanchi di vedere migranti e profughi annegare nel Mare Mediterraneo, hanno deciso di fare qualcosa al riguardo. Lanciato lo scorso 10 settembre, il progetto “Refugee Air” è diventato rapidamente un movimento che ha coinvolto centinaia di imprenditori, avvocati e altri professionisti che sono al lavoro per farlo decollare.

- La campagna #letthemfly (lasciateli volare) ha raggiunto oltre 400 milioni di persone nel mondo e ha coinvolto una comunità di 2 mila persone che sta dando il proprio contributo con risorse e Reti. La squadra operativa conta 30 persone che stanno attualmente lavorando al progetto per risolvere questioni organizzative, finanziarie e legali legate ai voli. “I rifugiati senza visto non possono viaggiare in aereo a causa di una Direttiva Ue che si chiama Carrier’s Liability (Responsabilità del vettore) che fa ricadere sui trasportatori le responsabilità per tutti i costi relativi ai passeggeri che potrebbero non vedersi riconoscere l’asilo una volta arrivati a destinazione”, spiegano i fondatori del progetto. “Queste politiche costringono migranti e profughi a rivolgersi a contrabbandieri che si approfittano della loro disperazione – dice Emad Zand, cofondatore insieme a Susanna Najafi di “Refugee Air” – Non possiamo semplicemente stare qui seduti e guardare la gente morire. Vogliamo dimostrare che non deve per forza andare in questo modo”.

Sostenuto da privati e aziende, “Refugee Air” intende lavorare con charter o compagnie di linea e i fondatori assicurano che “il primo aereo sarà pronto prima che la neve cada sulla città di Stoccolma”, cioè più o meno entro ottobre. A chi chiede loro perché lo stanno facendo, rispondono: “Come imprenditori noi troviamo soluzioni e se possiamo far viaggiare persone sulla luna perché non dovremmo essere in grado di far volare i rifugiati verso l’Europa? E poi – continuano – stiamo assistendo alla più grande crisi umanitaria dalla seconda guerra mondiale, questo è il nostro modo di contribuire”. Il gruppo ha deciso di mettere a disposizione competenze e risorse per salvare vite e favorire un cambiamento positivo. Oltre ai voli sicuri, il progetto vuole spingere per trovare una soluzione sostenibile per porti alla rimozione dei muri che si stanno alzando in Europa. (lp)

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