“Precaria” e gratuita: l’accoglienza dei frati minori per chi è in difficoltà
Il Convento di Valmontone
ROMA - Migranti, ex detenuti, disoccupati senza casa, diciottenni usciti dalle case famiglia, detenuti beneficiari dell’istituto della “messa alla prova”. Sono i destinatari del progetto Ripa - "Rinascere insieme per amore" - promosso dai frati minori del Lazio. Tre gli step: prima accoglienza, permanenza in fraternità, reinserimento nella società. A raccontare l'iniziativa è il portale informativo dei religiosi Altrodadire, sostenuto dalla fondazione Comunicazione e cultura della Cei.
Il Convento di Valmontone |
Il progetto, ad oggi operativo su 4 comunità francescane (Valmontone, Villa Adriana, Artena e Roma-San Francesco a Ripa), ha permesso dal 2012 al 2014 l’accoglienza di 178 persone in difficoltà e il reinserimento di 82. “Di migranti ne ospitiamo al momento una trentina: provengono dalla Siria, dal Mali, dal Bangladesh, Pakistan, ancora da Romania e Albania”. I servizi offerti vanno dalle pratiche per i documenti, al lavoro sulla propria interiorità, alla possibilità di un lavoro, al recupero di contatti con parenti o familiari. Costi? “E’ totalmente gratuito. - spiega Fra Domenico Domenici - A sostenerci sono benefattori, associazioni, gente semplice. Così sperimentiamo quella precarietà bella che ci fa confidare nella provvidenza e favorisce il graduale coinvolgimento della comunità locale: alcuni fanno la spesa e passano a lasciarci qualche pacco di pasta, c’è chi prepara per la propria famiglia le fettuccine e ne fa un po’ anche per noi e così via. Le persone piano piano si avvicinano, si conoscono, si prendono per mano ed iniziano a camminare insieme”.
La comunità mira a non omologare: “Punti di riferimento sono la colazione alle 8.30, preceduta dalla preghiera libera per chi desidera e i pasti della giornata. Per il resto c’è chi gestisce la casa – lavanderia, giardino, orto – chi frequenta i laboratori di restauro mobili, mosaico, pelletteria o crea oggetti religiosi, bigiotteria, bomboniere solidali o chi gradualmente, mentre rinasce, manifesta il desiderio di cercare un lavoro fuori”. A novembre del 2014 è stato avviato anche un progetto di semi-autonomia: la casa “Il focolare” con l’Associazione San Vincenzo De Paoli. “Un appartamento in zona Prenestina dove, chi ha fatto un percorso di recupero ed ha trovato un lavoro, può soggiornare dai 6 agli 8 mesi, con un piccolo contributo e il supporto di un tutor per la gestione della casa”.