5 settembre 2020 ore: 10:00
Disabilità

“Quasi tutto velocissimo”, storia di un figlio e di un padre “diverso”

Il romanzo del tedesco Christopher Kloeble, tradotto in Italia da Keller, si snoda attraverso il rapporto tra un padre e un figlio, che chiama il proprio genitore semplicemente Fred. Perché Fred è Fred, e nient’altro: un uomo con un non meglio precisato ritardo cognitivo, di cui spetta al 19 enne Albert prendersi cura
copertina Quasi tutto velocissimo

ROMA - Che cos’è un padre? Questa semplice domanda è uno dei tanti modi per sintetizzare il senso di “Quasi tutto velocissimo”, romanzo del tedesco Christopher Kloeble, tradotto in Italia da Keller. La storia si snoda attraverso il rapporto tra un padre e un figlio, che chiama il proprio genitore semplicemente Fred. Perché Fred è Fred, e nient’altro: un uomo con un non meglio precisato ritardo cognitivo, di cui spetta al 19enne Albert prendersi cura. Albert, che non ha mai saputo chi è la propria madre, va a trovare Fred dall’età di tre anni, prima insieme a una suora dell’orfanotrofio nel quale vive, poi da solo. Imparando a capire, a poco a poco, che quel goffo spilungone di due metri che fa il bagno al lago con i braccioli e non riesce a pagare da solo alla cassa del supermercato è suo padre. Quando a Fred vengono diagnosticati pochi mesi di vita, comincia una lotta contro il tempo, perché Albert sa che insieme a Fred scomparirà la possibilità di fare luce sulla proprie origini. Inizia così un viaggio nel passato, che attraversa l’intero Novecento, svelando segreti indicibili. Ma è anche un viaggio alla scoperta dei segreti dell’amore di un figlio per suo padre o dell’uomo che, con la sua presenza e il suo amore incondizionato, ha accompagnato Albert dall’infanzia all’età adulta.

Questa recensione di Antonella Patete è stata pubblicata sul mensile SuperAbile Inail.

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