“Ricordati che devi rispondere”. Amnesty: “Finalmente si parla di violenza sulle donne”
ROMA - Il decreto legge sul contrasto alla violenza di genere, il cui disegno di legge di conversione è ora in discussione nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia è carente sul fronte di un adeguato supporto economico alle organizzazioni che lavorano per prevenire la violenza, essenziale nello spirito della Convenzione di Istambul sulla violenza contro le donne ratificata a giugno. Lo ha affermato Carlotta Sami, direttrice generale di Amnesty International Italia questa mattina, nell’ambito della conferenza stampa di presentazione dei risultati della campagna “Ricordati che devi rispondere” lanciata sei mesi fa e cui hanno aderito 117 parlamentari italiani. “Fermare il femminicidio e la violenza contro le donne” è il secondo punto dell’agenda proposta da Amnesty ai candidati alle elezioni e su cui i promotori della campagna riconoscono l’effettiva risposta in termini di lavoro in Camera e Senato ma la necessità di ulteriori passi avanti.
“Finalmente dopo molti anni di discussione sui motivi del fenomeno, il dibattito sul tema è riuscito ad aprirsi un varco tra le emergenze economico-finanziarie”, ha dichiarato Sami. Tuttavia, “la Convenzione di Istambul non è punto di arrivo ma di partenza”, ha poi affermato evidenziando come il decreto legge sul contrasto alla violenza di genere preveda “misure repressive e di tutela delle vittime in casi di violenza avvenuta, ma non misure di prevenzione su cui la Convenzione di Istambul mette particolare accento”.
“Amnesty non crede che in Italia la violenza sulle donne sia emergenza ma un fenomeno strutturale dovuto a una fallita campagna per la parità e un mancato impegno nella protezione delle donne”, ha continuato la direttrice generale di Amnesty International Italia.
Per questo “sono necessarie leggi su parità genere, formazione degli organi di informazione, aumento e supporto di centri anti violenza e di centri a cui possono rivolgersi uomini che commettono violenza”. Sami ha infine sottolineato come la stessa Commissione Affari Sociali abbia espresso preoccupazioni in tal senso subordinando il proprio parere favorevole al ddl alla istituzione, presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, di un apposito Fondo per il contrasto della violenza nei confronti delle donne. (lj)