8 aprile 2016 ore: 16:59
Immigrazione

"Scusate se non siamo morti in mare": gli eritrei rispondono alle voci di sgombero

Da 3 anni in centinaia vivono nello stabile ex Ispra di via Curtatone a Roma. Molti di loro sono nuclei familiari con bambini a carico. Ieri hanno saputo dai giornalisti dell’annuncio trapelato da fonti del Ministero dell’Interno su una possibile fine dell'occupazione
Curtatone
Curtatone

ROMA – Ritorna la minaccia dello sgombero per i migranti, prevalentemente di nazionalità eritrea, che risiedono nello stabile ex Ispra di Via Curtatone, nei pressi di piazza Indipendenza a pochi passi dalla stazione Termini. Sono diverse centinaia i rifugiati del Corno d’Africa che vivono da circa 3 anni nel palazzo. Molti di loro sono nuclei familiari con bambini a carico. Ieri hanno saputo dai giornalisti, che sono accorsi in massa davanti all’ingresso di via Curtatone, dell’annuncio trapelato da fonti del Ministero dell’Interno relativo alla volontà di mettere fine a quella che viene definita un’occupazione illegale.

Curtatone 2

 “Nessuno si è preso il disturbo di comunicarci nulla – dice uno dei rifugiati – lo abbiamo saputo vedendo le telecamere qui fuori e dai giornali”. La scorsa settimana il ministro Angelino Alfano aveva annunciato che lo stabile era stato inserito in una lista di obiettivi prioritari. Giorgia Meloni, candidata sindaco alle prossime elezioni di Roma per FdI, promette una linea dura. “Se sarò sindaco di Roma – dice la Meloni – farò tutto quello che posso per sgomberare il palazzo di via Curtatone. Perché la prima regola che devi capire se vieni a casa nostra è che devi rispettare le nostre leggi, altrimenti puoi anche tornare da dove sei venuto”. Ma i migranti eritrei ed etiopi in questione sono rifugiati con regolari documenti che attestano il loro status. Nel frattempo, da questa mattina, i migranti hanno risposto attaccando alcuni striscioni. Frasi che fanno riflettere come quella che dice: “Scusate se non siamo morti in mare”. (Raffaella Sirena)

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