"Senza residenza", 800 migranti non possono rinnovare il permesso di soggiorno
ROMA – Non possono rinnovare il permesso di soggiorno perché non hanno il requisito “formale” della residenza: sono circa 800 le persone che vivono, attualmente, presso il Selam Palace, un palazzo occupato alla periferia di Roma. Provenienti sopratutto dal Corno d'Africa, quasi tutti soggetti vulnerabili titolari di protezione internazionale: eppure, non possono dimostrare la disponibilità di una “dimora reale ed effettiva” all'interno della provincia di Roma e, di conseguenza, non possono rinnovare il permesso di soggiorno. Una vera e propria “violazione dei diritti basilari”. Secondo il Coda, Centro operativo per il diritto all'asilo, che nei giorni scorsi ha visitato il Selam Palace con una delegazione composta anche dalla portavoce della campagna LasciateCIEntrare, Gabriella Guido, e dal capogruppo di Sel alla Camera Arturo Scotto, con il supporto dell'associazione Cittadini del mondo, che da anni lavora al fianco dei migranti all'interno del palazzo.
“Il palazzo è stato occupato nel 2006 ma, malgrado alcune persone vi abitino stabilmente da circa 10 anni, nessuno può eleggere la propria residenza a Selam Palace”, spiega il Coda in una nota, perché in base al decreto Renzi-Lupi (n. 47 28/03/2014) “chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all'immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge”.
Fino a qualche tempo fa, dunque, gli abitanti del Selam Palace indicavano alla Questura una residenza fittizia;, “ma anche questa soluzione provvisoria non è più praticabile – spiega il Coda - da quando, negli scorsi mesi, la Questura di Roma ha iniziato a richiedere come requisito necessario la residenza per il rilascio o per il rinnovo del permesso di soggiorno. Il Cosa denuncia, ancora una volta, la prassi illegittima della Questura di Roma di richiedere la dimostrazione della disponibilità di una 'dimora reale ed effettiva' all’interno della provincia di Roma e la conseguente iscrizione anagrafica presso il relativo indirizzo per il rinnovo dei Permessi per protezione internazionale. In questo modo – continua il Coda - la Questura sta negando il diritto al soggiorno e l’esercizio dei fondamentali diritti connessi ai richiedenti che hanno effettuato l’iscrizione anagrafica nel comune di Roma presso le associazioni e gli enti abilitati (Centro Astalli, Casa dei Diritti Sociali ecc.)”.
La richiesta del Coda è quindi che la Questura recepisca “quanto prima la circolare del ministero dell’Interno del 18 Maggio 2015”, in base alla quale “l'assenza di iscrizione anagrafica non può rilevare ai fini del predetto rinnovo, in quanto il suddetto titolo di soggiorno, emesso dal Questore del luogo di dimora, è il presupposto per l'iscrizione anagrafica e non anche il contrario”.