"Sono Cesare, tutto bene", storia del rapporto tra un educatore e un ragazzo autistico
Il libro racconta il lungo percorso che i due hanno intrapreso, insieme, per arrivare a questo punto. “Era il 1990 – racconta Tommasini – Studiavo all’università e, intanto, facevo qualche lavoretto. Un giorno mi proposero, a Genova, di seguire un bambino autistico, ‘molto difficile’, mi dissero. Sono passati 15 anni, da allora, Cesare è ormai un ragazzo e il nostro rapporto è cresciuto insieme a noi. Così, mi è stato chiesto di raccontare questa storia in un libro. Una storia che è fatta soprattutto di empatia, che lentamente è cresciuta tra di noi e che mi ha permesso di aiutare Cesare a uscire dal suo mondo, senza mai pretendere, però, che entrasse nel mio. Abbiamo costruito un terreno comune, per uscire dalla gabbia in cui si ritrovava. Ho cercato di raccontare – spiega ancora Tommasini – ciò che passano queste famiglie, cosa possa essere la vita vissuta in questo modo. Da 25 anni educatore vivo quotidianamente questa realtà conclude Tommasini – e credo che sia giusto raccontarla”.
Del libro, Tommasini è autore ed editore. Esaurite le prime 200 copie, è stata appena presentata la seconda edizione, con un’introduzione di Roberto Soriani, psichiatra del dipartimento Salute mentale della Asl3 Liguria: “Cosa ha funzionato così bene nella vostra relazione? – scrive Soriani, rivolgendosi all’autore - La prima risposta è l’empatia, una strana parola, talvolta abusata, spesso poco compresa. Leggendo la storia che tu hai scritto se ne comprende bene il significato, a partire dalla sua etimologia, ‘soffrire insieme’. Cesare ti ha permesso di entrare nel suo mondo – scrive Soriani - perché ha sentito che anche tu avevi sofferto e potevi così comprendere quello che lui provava. E poi ti ha fatto soffrire, mettendoti alla prova, testando la tua capacità di tollerare anche le sue sofferenze. Solo dopo averlo fatto, ha potuto fidarsi e quindi affidarsi. La seconda risposta – conclude Soriani - è la ‘non paura’, cosa diversa dal coraggio. E' il fatto di non esserti fatto spaventare dai mostri che popolavano il mondo di Cesare, di averli saputi affrontare accanto a lui, dimostrandogli che potevano, se non essere sconfitti definitivamente, almeno neutralizzati”. (cl)