"Spiagge soul" fa tappa nel carcere di Ravenna con due concerti
RAVENNA - Portare la musica e i racconti degli artisti all’interno delle mura del carcere in uno scambio culturale e umano con i detenuti. È l’obiettivo delle due tappe speciali previste nel programma dell’ottava edizione di “Spiagge soul”, il festival della musica dell’anima che fino al primo agosto invade spiagge, piazze, strade e stabilimenti balneari di Ravenna, Marina di Ravenna e dei lidi ravennati con concerti gratuiti (nel 2015 oltre 20 mila persone hanno assistito agli eventi). “Come associazione culturale lavoriamo per far conoscere la musica in ogni suo aspetto, la parte ludica e quella formativa che nutre la nostra capacità di relazione con il mondo – dice Francesco Plazzi, direttore artistico di Spiagge soul – Per questo ci è sembrato importante poter portare una cosa bella come la musica in un luogo dove si trovano persone che fanno i conti ogni giorno con l’assenza di libertà”. Due gli incontri il 25 luglio con la performance del chitarrista Paul Venturi che insieme ai Poor Boys (duo composto da Ste Barigazzi ed Enrico Zanni) porterà le note e i ritmi del blues nel carcere di Ravenna e il 2 agosto il bis con le percussioni dell’artista maliano Sidiki Camara.
I due appuntamenti – in cui la musica sarà intervallata dai racconti degli artisti – sono il risultato di un più ampio progetto di educazione musicale che l’Associazione culturale Blue Eyes ha portato avanti questa primavera dentro la casa circondariale, con un corso di chitarra che ha visto la partecipazione di 6 detenuti e che si è concluso con il saggio-concerto del 21 giugno in occasione della Festa europea della musica. L’associazione Blue Eyes porta avanti da anni un lavoro di promozione culturale in ambito musicale attraverso iniziative di carattere pedagogico. Tra queste, il corso di musica per studenti delle elementari e medie del ravennate giunto alla seconda edizione rappresenta un esempio di come la musica si presti in maniera efficace nei percorsi di integrazione scolastica e dialogo interculturale: i ragazzi delle scuole di diverse provenienze hanno appreso i rudimenti per suonare uno strumento e confrontarsi tra loro e con musicisti professionisti, la musica poi è stata il punto di partenza di una discussione più ampia che ha toccato diversi aspetti della loro vita.
“Teniamo molto a questo progetto con il carcere e contiamo di farlo diventare un appuntamento fisso di ‘Spiagge soul’, da curare e far crescere, così come abbiamo fatto con i laboratori musicali nelle scuole ravennati”, ha concluso Plazzi.