"Stamattina ho messo le tue scarpe": quattro passi nei luoghi del disagio mentale
Episodio 4 - "Muri" di Giordano Poloni. "Tu lo prenderesti un farmaco per curare il cuore se il cuore sta bene? E un’aspirina se non hai mal di testa? Io no. Mi danno le medicine, mi servono, alle volte credo di no, credo di potere stare senza..."
"Dentro" di Giordano Poloni. "Qualcuno c’è ma non esiste, un momento c’è ma non è adesso. Io non sono qui" |
PESARO - Due giorni per mettersi nelle scarpe degli altri e “camminare” in maniera diretta in una realtà poco conosciuta quale quella della malattia mentale. È l’esperienza partecipativa proposta da “Stamattina ho messo le tue scarpe” iniziativa a cadenza biennale, dedicata alla tematica del disagio psichico, ideata e sostenuta da Lele Marcojanni e promossa da cooperativa sociale Alpha con il patrocinio di Asur area vasta n.1, regione Marche e comune di Pesaro. Dopo la prima edizione, svoltasi a Urbino nel 2012 l’evento torna ad animare e arricchire di nuovi contenuti gli spazi pubblici della città di Pesaro. Nel corso di due giornate, sabato 20 e domenica 21 settembre 2014, sarà possibile vivere in prima persona un percorso di avvicinamento alla malattia attraverso l’esplorazione di storie e luoghi. All’esperienza possono partecipare fino a 100 persone al giorno, curiosità e sensibilità individuali saranno elementi chiave nell’esplorazione dei luoghi e dei racconti legati alla quotidianità del disagio psichico.
"Muri" di Giordano Poloni. "Tu lo prenderesti un farmaco per curare il cuore se il cuore sta bene?..." |
Assenza, scoperta, ritorno. “Sono trascorsi oltre trent'anni dall'istituzione della Legge 180 che ha imposto la chiusura dei manicomi e regolamentato il trattamento sanitario obbligatorio attraverso la creazione di servizi di igiene mentale pubblici ma, tutt'oggi, permane il timore nei confronti del disagio psichico” spiegano gli ideatori del progetto. Il viaggio “induttivo” verso la psichiatria, concepito come un contenitore di materiali originali tra i quali documentario, illustrazione e grafica, farà vivere tre momenti importanti: assenza, scoperta e ritorno. La prima fase si svolgerà all’interno della struttura residenziale riabilitativa di Bevano (a pochi minuti da Pesaro e Fano), svuotata il giorno prima dei suoi abitanti, sarà possibile esplorare il suo interno, dalla cucina alla sala da pranzo, dalle stanze private all’ufficio degli operatori, “nell’assenza, sono gli spazi a raccontare attraverso segni e oggetti, pieni e vuoti, le storie e gli stati d’animo di chi li abita”. Lasciata la struttura, i partecipanti saranno accompagnati nel centro di Pesaro, dove, facciate di palazzi e muri di appartamenti, diventano schermi sui quali è proiettato il documentario “4.920” diretto da Elena Mattioli e Flavio Perazzini in cui gli ospiti della struttura rivelano la propria relazione con il disagio mentale. Il video racconto, è il risultato di un’immersione all’interno della struttura per diversi giorni, i registi hanno lavorato con gli utenti per raccogliere storie e impressioni che riguardano la propria consapevolezza della malattia mentale e la diversa velocità del mondo esterno. A conclusione, verranno ricostruite le sensazioni vissute attraverso un momento di confronto collettivo, con specialisti, rappresentanti delle realtà coinvolte e autori attivi in ambito scientifico e culturale.
"Una famiglia" di Giordano Poloni. "Se avrò una famiglia, vorrà dire che sono felice. Se sono felice, vorrà dire che sono guarita. Se sono guarita avrò una famiglia" |
“Il mio vero lavoro è dire che vado a lavorare”. La partecipazione è libera e gratuita ma è necessario iscriversi online o telefonicamente al numero 320 8454734 entro domenica 14 settembre. Stamattina ho messo le tue scarpe quest'anno è accompagnato da una mappa dai racconti video di LeleMarcojanni e dalle illustrazioni di Giordano Poloni giovane e conosciuto illustratore lombardo. Sono storie vere che “parlano di distanze, le distanze che separano il mondo della malattia mentale da quello quotidiano e famigliare che siamo abituati a conoscere. Parlano di punti di vista, che ci appaiono distorti perché li leggiamo con la logica comune”. Sono storie che parlano di persone: “tutte le mattine - confida uno di loro - mi sveglio, mi metto gli abiti da lavoro, mi metto le scarpe antinfortunistiche, il gilet con le tasche. Passo in cucina e faccio colazione. Saluto i miei figli e vado a lavorare. Ma il mio vero lavoro è dire che vado a lavorare, anche se in realtà sono al centro diurno”. (slup)