“Super-Habilis”: installazioni artistiche per capire la disabilità
Anche l’arte può aiutare a rappresentare la disabilità: ne è una prova la mostra “Super-Habilis”, allestita da Alice Caracciolo e Francesca Fiorella a cura di Lo.Ft –Locali Fotografici, visitabile nelle sale rese totalmente accessibili di Palazzo Vernazza a Lecce da oggi al 15 aprile prossimo compreso. Non solo una mostra fotografica, dunque, ma una pluralità di altri mezzi – installazioni video, sonore e olfattive – attraverso cui il visitatore possa in qualche modo provare ad immedesimarsi, anche solo per pochi minuti, in alcuni tipi di disabilità, in questo caso quella motoria, visiva e uditiva. “Credo che l’arte sia uno dei modi migliori per rappresentare alcuni temi, tra cui la disabilità, in modo corretto – spiega Irene De Santis, ideatrice dell’idea progettuale in collaborazione con il comune di Lecce, per cui ha lavorato come disability manager, fungendo da ponte tra i bisogni del cittadino disabile e i vari soggetti istituzionali-. Lo spettatore è invitato quindi a non vedere, non sentire e non camminare”. Le rappresentazioni della mostra non sono nate a caso, ma sono proprio il frutto di un percorso di conoscenza e condivisione che Alice Caracciolo e Francesca Fiorella hanno portato avanti con Irene De Santis, che cammina con l’aiuto delle stampelle, Davide Dongiovanni, non vedente, Sandra Sisto, non udente, e Sandro Longo, costretto su una sedia a ruote. Il loro compito è stato analizzare le difficoltà e i limiti nella vita quotidiana di ciascuna persona coinvolta e cercare di “metterle in opera”. “La mia esperienza come disability manager – aggiunge De Santis – mi ha fatto capire che è molto importante sensibilizzare i cittadini sul tema della disabilità, cercare di rimuovere la paura, abbattere le tante difficili barriere culturali”.
Nell’ambito dei lavori fotografici della mostra, “Sandra Sisto è stata ripresa in teatro, attraverso diciotto ritratti che la immortalano mentre parla la lingua dei segni spiegando che è come parlare inglese, francesce o tedesco – precisano Caracciolo e Fiorella - Anche in questo modo, dunque, è possibile comunicare”. Riguardo alla disabilità visiva di Davide Dongiovanni, invece, è stata realizzata una serie di dieci foto astratte per simulare i diversi passaggi tra l’ipovedenza – con un certo grado di luce – e la cecità totale. In quest’ultimo caso, la foto con il nero pieno è collegata ad una registrazione audio, indossando le cuffie dunque, con il sonoro, si potrà immaginare la foto. Il lavoro fotografico per la disabilità motoria poi è stato realizzato attraverso ritratti grandi, volutamente mossi, a Irene De Santis e Sandro Longo, “i ritratti sono mossi proprio per dare l’idea del movimento – sottolineano le curatrici della mostra – per togliere l’idea che chi vive questa situazione non possa più fare nulla”. Davanti ai ritratti sono collocate delle sedie a ruote, invece delle consuete poltroncine, per stimolare il visitatore a sedersi e immedesimarsi. La mostra d’arte prosegue poi con installazioni video che rappresentano edizioni straordinarie di telegiornali, legate dunque ad eventi eccezionali, sprovviste però di sottotitoli, proprio per evidenziare come le persone che non sentono possano essere escluse significativamente nelle circostanze più critiche. Presente anche una stanza con un’installazione sonora, attraverso un palloncino che consente di creare vibrazioni e quindi di far percepire la musica. Per immergersi nel mondo di chi non vede c’è poi una fotografia di un testo sgrammaticato che vuole riprodurre un’applicazione per fare foto, con la quale un lettore vocale appositamente descrive l’inquadratura aiutando così chi fotografa, di scatto in scatto, a perfezionare il risultato. “Ho perso la vista definitivamente all’età di nove anni – confida Davide Dongiovanni -, e penso che finalmente occasioni come quelle di questa mostra siano fondamentali per favorire la conoscenza da parte delle persone normodotate. Tutti i cittadini, infatti, dovrebbero essere informati su come vivono i disabili, su quello che riescono a fare e soprattutto come riescono. Solo così avremo una società informata, consapevole e quindi realmente inclusiva”.
“Grazie alla collaborazione con la ditta Quarta caffè, inoltre – concludono Caracciolo e Fiorella – è a disposizione una piccola stanza ‘olfattiva’, oscurata, in cui si può percepire l’aroma del caffè, grazie ad ampolle particolari che consentono di conservare in modo prolungato il profumo”. Durante la permanenza dell’esposizione a Palazzo Vernazza la mostra sarà arricchita anche delle foto che i cittadini che lo vogliano sono liberi di scattare individuando in città le violazioni ai parcheggi riservati a persone disabili e gli ostacoli che bloccano gli scivoli dei marciapiedi. E’ possibile per tutti pubblicare le foto realizzate sul canale Instagram con il tag superhabilis. “You can do it!” vuole in fondo comunicare la mostra, che sulla locandina di presentazione utilizza proprio questa frase visualizzata con i caratteri braille, come fossero percepibili in rilievo. Visitando la mostra d’arte si potrà inoltre visionare un prontuario realizzato dalle allestitrici, che racchiude un elenco degli ausili di uso comune nella vita quotidiana delle persone disabili. “Super-Habilis”, che vede sempre presenti interpreti Lis, è visitabile nei giorni dell’esposizione dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. (sm)