"Teneri e motivati", studenti volontari nelle residenze per anziani
ROMA - “L'incontro tra gli studenti e gli anziani delle Rsa è sempre emozionante, per loro e per noi”: lo assicura Rosy Schiaffidi Chiarello, presidente di Arvo, l'associazione che da oltre 30 anni offre sostegno, assistenza e conforto ai pazienti dell'ospedale De Lellis di Rieti e agli anziani ospiti della Rsa Santa Rufina. E in questa attività, da circa 5 anni, l'Arvo sta coinvolgendo, in modo sempre più solido e strutturale, gli studenti dell'istituto alberghiero Costaggini. “Visto che per entrare nell'ospedale è richiesta la maggiore età, abbiamo pensato di coinvolgere i ragazzi nell'attività che svolgiamo nella struttura per anziani, che in realtà ospita anche persone ancora abbastanza giovani, non autosufficienti in seguito a un ictus o a un'altra patologia”.
Ma cosa fanno i ragazzi insieme agli anziani? E come si articola il loro impegno? “Dopo un primo incontro informativo, che svolgiamo presso la scuola o presso la sede del Cesv, gli studenti, divisi in gruppetti e sempre accompagnati dagli insegnanti, iniziano a entrare nella Rsa. Complessivamente, trascorrono qui circa 22 ore, divisi in uno o due incontri mensili, dalle 15.30 alle 17”. Nelle Rsa, i ragazzi si muovono liberamente, ma accompagnati dagli insegnanti e dalla coordinatrice del progetto, Mara De Felicibus. “Con gli anziani, gli studenti svolgono varie attività, mettendo a disposizione anche le competenze acquisite a scuola: impastano la frolla, per esempio, distribuendola agli anziani, che così realizzano biscotti e crostate per la colazione. E questa manualità, unita alla tenerezza con cui i ragazzi li avvicinano, ha effetti prodigiosi su di loro. Un'altra attività che amano molto è il bingo, ma impazziscono letteralmente quando i ragazzi allestiscono piccoli spettacoli musicali, a cui gli anziani assistono entusiasti, battendo le mani”. E poi ci sono i singoli aneddoti, i piccoli momenti che diventano incontri magici, come il giorno in cui una ragazza si è fatta fare la treccia da un'anziana. O un'altra volta, in cui un uomo, che non voleva partecipare ed era completamente isolato, alla fine si è lasciato coinvolgere da questi ragazzi. E l'abbiamo visto sorridere. Per queste persone, che in molti casi hanno un problema di memoria, è come tornare indietro nel tempo”.
Il progetto è entrato ormai nel Piano dell'offerta formativa dell'istituto: ogni anno viene proposto ai docenti e ai ragazzi, i quali possono chiedere di prendervi parte, ottenendo il riconoscimento dei crediti. “Ma vedendoli nei corridoi della struttura e accanto ai letti degli anziani – assicura Rosy – si capisce bene che non è per i crediti che lo fanno. Abbiamo incontrato ragazzi straordinari, pieni di motivazione e di tenerezza, che smentiscono, con il loro impegno, l'immagine che spesso viene trasmessa dei giovani di oggi”. E sono tanti quelli che, ogni anno, prendono parte all'iniziativa: “circa 50, tra ragazzi e ragazze. Alcuni ripetono l'esperienza per più anni di seguito, molti vorrebbero continuare, ma poi i loro studi, una volta conclusi, quasi sempre li portano fuori, a volte anche lontano. Però siamo sicuri che portano con sé l'esperienza che hanno fatto: il seme è stato gettato”. (cl)