19 ottobre 2019 ore: 12:51
Salute

"Terapia del treno": il viaggio delle emozioni per le persone con demenze

di Francesco Ciampa
Prende il via a Catanzaro la “trenoterapia”. Cilesi: “Un contenitore affettivo per migliorare la qualità di vita”. Sodano (Ra.Gi.): “Dimostriamo che qui non c’è solo criminalità”. I benefici e gli ambiti di applicazione
terapia del treno

CATANZARO – Ci sono le valigie, la sala d’attesa, il bigliettaio, il capostazione: tutto ciò che serve per tornare indietro nel tempo pensando di essere in un’antica stazione in procinto di prendere il treno di un viaggio immaginario che faccia rivivere ricordi ed emozioni. Si tratta dell’ambientazione messa in piedi a Catanzaro per dare il via alla “terapia del treno” ideata da Ivo Cilesi, tra i massimi esperti in terapie non farmacologiche. Un approccio pensato innanzitutto per migliorare la qualità di vita delle persone con demenze che sarà sperimentato nel capoluogo calabrese su impulso dell’associazione “Ra.Gi.” di Elena Sodano, organizzazione impegnata nel prendersi cura di persone con Alzheimer, Parkinson e con altre patologie neurodegenerative.

La presentazione, ieri pomeriggio nei locali dell’ex “Umberto I” con la partecipazione di persone ospiti della “Ra.Gi.”, dei loro familiari e di buona parte di cittadinanza interessata ad assistere al taglio del nastro. Presente chi a vario titolo ha sostenuto il progetto: Jens Hansen, pastore per Catanzaro della Chiesa valdese che ha finanziato l’iniziativa grazie all’8 per mille; Lea Concolino, assessora alle Politiche sociali per il Comune di Catanzaro, l’ente che ha concesso i locali in via provvisoria e gratuita; Domenico Scida, direttore regionale per la Calabria di Trenitalia, gruppo che ha messo a disposizione il materiale per l’allestimento.

La “terapia del viaggio”

La terapia del treno - ideata più in generale come “terapia del viaggio - nasce ad opera di Ivo Cilesi, psicopedagogista e presidente del centro studi e ricerche “Innovative Elder Research Onlus”. “Questa terapia - spiega Cilesi - nasce pensando a uno scompartimento di un treno un po’ rétro inteso come contenitore affettivo in cui si stimolano ricordi, emozioni, relazioni e in cui ci si rilassa o ci si riattiva a seconda dei casi”. Un viaggio simulato con elementi scenici a tema e con la proiezione di immagini che richiamano paesaggi e contesti familiari. Un viaggio immaginario che però sul piano delle sensazioni e delle emozioni può essere vissuto come reale.

“Un approccio - continua Cilesi - pensato innanzitutto per persone con demenze al fine di stimolare la memoria affettivo-emozionale e per quanto possibile le capacità cognitive. Una terapia sociale per influire sui disturbi del comportamento, cioè sui bisogni non soddisfatti e non compresi, con l’obiettivo di diminuire il ricorso ai farmaci e migliorare la qualità di vita”.

Ambiti di applicazione e benefici della terapia

“I benefici della terapia - chiarisce ancora Cilesi - si valutano in base a una serie di indicatori” ponendo sempre al centro la storia di vita e quella clinica di ogni singola persona. Il campo delle demenze è quello più praticato per la trenoterapia. Che però può trovare spazio anche in altri ambiti. “Ad esempio - sottolinea l’esperto - al centro “Ammonis” di Salsomaggiore stiamo applicando la terapia del viaggio in bambini con autismo. E lo stesso abbiamo fatto con persone che soffrono di depressione”. Il risultato è che la trenoterapia si è affermata in diverse parti d’Italia, “soprattutto in Lombardia, ma anche all’estero, come in Francia e in Svizzera”. Con l’aggiunta della Calabria “dove si dà il via a un’esperienza unica in regione”.

“Il progetto rappresenta un altro tassello aggiunto alle iniziative che portiamo avanti per affermare un approccio sociale del prendersi cura”, dice la presidente della “Ra.Gi.”, Elena Sodano. “In una terra vista spesso soltanto in termini di criminalità abbiamo dimostrato che altre cose si possono fare”, aggiunge Sodano. Che considera le attività avviate a Catanzaro e nel vicino borgo di Cicala come “l’esempio del nostro impegno per fare in modo che le persone con demenze vivano una vita il più possibile normale e nel segno dell’umanità”.

Iniziative che fanno il paio con il progetto “Catanzaro centro storico comunità amica delle persone con demenze”, nato sulla base di quanto sperimentato nel paese presilano di Cicala per rendere protagoniste le persone malate nei loro contesti di riferimento sensibilizzando le cittadinanze per favorire l’inclusione sociale oltre le barriere della vergogna, del pregiudizio e dell’isolamento.

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