5 agosto 2013 ore: 15:11
Immigrazione

''The mission'' il popolo della rete si ribella, due petizioni per fermare il reality

Dopo le parole di condanna da parte di associazioni e ong, ora arrivano anche due appelli alla Rai per bloccare le riprese, su change.org e activism.org. “No alla speculazione sul dolore, la Rai faccia informazione di qualità su questi temi”
Reality al campo profughi. Michele Cucuzza

Reality al campo profughi. Michele Cucuzza

ROMA -  Non si fermano le polemiche intorno a “The mission”, il reality nei campi profughi che dovrebbe partire a novembre su RaiUno. Dopo le proteste delle associazioni e delle ong, ora arrivano  anche due petizioni online per fermare la messa in onda del programma.

La prima è partita dalla piattaforma change.org “A novembre RaiUno trasmetterà un nuovo reality show ("The Mission") che vedrà protagonisti alcuni "vip" italiani all'opera in alcuni campi profughi sparsi in giro per il mondo –si legge nel testo della petizione - Pare che la puntata zero sia già stata registrata in Sudan. Firma la petizione per fermare questo scempio che specula sul dolore della gente e spettacolarizza i drammi umani di chi vede ogni giorno negati i propri diritti!”.

La seconda petizione si può firmare sul sito activism.org dove si ricorda la lettera  aperta scritta nei giorni scorsi da una giovane cooperante in Ciad che ha scatenato un acceso dibattito. “Molte associazioni si sono già espresse con appelli e articoli di protesta, dichiarando la loro contrarietà e facendo richiesta alla Rai di rinunciare alla messa in onda di questo programma –si legge -.  Come loro, riteniamo inaccettabile che la televisione pubblica realizzi questo progetto. Lo sfruttamento della sofferenza cui sono sottoposti i profughi a fini di spettacolo non può essere tollerato ed è per noi motivo di indignazione. Se personaggi come Albano Carrisi hanno bisogno di rispolverare la loro immagine di star ormai sbiadite, non è certamente questa la soluzione –continua l’appello -.  Ancor più inaccettabile è il comportamento di Unhcr e Intersos, che si sono prestate a questa iniziativa, rinnegando i valori di umanità ed etica professionale che dovrebbero caratterizzarle. A tale proposito ricordiamo la  Carta di Roma del 2008, ossia un protocollo deontologico concernente l’utilizzo dell’immagine e dell’identità di rifugiati, richiedenti asilo, migranti e vittime di tratta redatto dall’Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana in collaborazione proprio con Unhcr”.  

Nell’appello si chiede l’interruzione delle riprese di “The mission”, la sua cancellazione da parte della Rai e un passo indietro da parte dell’Unhcr. “Esistono altri codici per fare informazione e dare visibilità alle varie comunità di rifugiati nel mondo. “The Mission” servirebbe piuttosto a rilanciare l’immagine dei cosiddetti “vip ”, non certo darebbe una spiegazione delle cause dall’origine della condizione di queste persone, dei problemi che affrontano quotidianamente, delle loro prospettive per il loro futuro.    Perché la Rai non realizza dei documentari o dei reportage al posto di un becero reality? In Italia abbiamo le risorse umane per fare dell’ottima informazione, che non necessariamente deve essere noiosa. E, così facendo, non si obbligherebbero gli operatori di Unhcr e Intersos a dedicare il tempo del loro lavoro a troupe televisive e personaggi dello spettacolo, grosso  rischio che nessuno finora pare avere preso in considerazione”.  

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