''Tornatene da dove sei venuto'', il reality australiano che ha ispirato Mission
ROMA - Chi ha lasciato la propria patria per cercare fortuna in un altro Paese, lo sa bene: prima o poi capita di venire apostrofati con la frase “tornatene da dove sei venuto”. Non importa se mormorata sottovoce o urlata nei comizi come slogan durante le campagne elettorali: il risultato è sempre quello di sentirsi degli ospiti non graditi. In Australia nel 2011 è nato un reality con questo titolo “Go back where you came from’. Obiettivo dello show: far capire al grande pubblico cosa significa attraversare interi continenti, deserto, mare, campi profughi e a volte prigioni per arrivare dall’altra parte del mondo e sperare di avere una vita migliore.
Così, sei cittadini con background culturali e sociali diversi hanno ripercorso a ritroso il tragitto dei migranti che arrivano sulle coste australiane. Proprio a questo programma pensava il presidente della Camera, Laura Boldrini, quando un anno fa da portavoce dell’Unchr, era stata contatta dagli autori del reality Mission che andrà in onda su Raiuno a novembre. “Si ipotizzò una trasmissione che avesse l’obiettivo di rendere più comprensibile all’opinione pubblica la condizione vera dei rifugiati, troppo spesso e troppo sbrigativamente raffigurati come minaccia alla nostra sicurezza. In particolare fu da me suggerito un format australiano, molto apprezzato, in cui ad essere coinvolte erano le persone comuni, con idee molto diverse tra loro in tema di asilo, e comunque non certo vip. Si pensava a un’operazione di sensibilizzazione, non a un reality o qualcosa di analogo”, ha detto Boldrini nella lettera inviata ieri al quotidiano La Repubblica.
Il programma Mission, invece, prevede la partecipazione di personaggi famosi in visita ai campi profughi di tutto il mondo. Anche la seconda stagione del format australiano “Go back where you came from’, andata in onda lo scorso anno, ha avuto come protagonisti dei vip: c’erano personaggi come Peter Reith, leader del partito liberale australiano e ex ministro del governo Howard, il cantante hard rock Angry Anderson, la scrittrice Catherine Deveny, da sempre fautori di una linea dura contro gli immigrati. I concorrenti sono stati portati in Afghanistan e in Somalia e a bordo di un barcone sono arrivati in Australia. Un viaggio durato tre settimane.
Uno schema, in fondo, simile al primo reality di Raiuno, Mission, che continua a suscitare polemiche e a dividere l’opinione pubblica tra chi grida allo spettacolarizzazione del dolore e chi invece vede nel programma l’occasione di porre finalmente all’attenzione del grande pubblico il dramma dei rifugiati. Intanto, sono partite due petizioni sul web per impedire la messa in onda del programma: una lanciata da change.org e l’altra da activism.org. (Gabriella Lanza)