3 marzo 2017 ore: 14:42
Immigrazione

"Troppi alunni stranieri? Incentiviamo la natalità tra le famiglie italiane"

È la proposta di Simona Bordonali, assessore regionale all'Immigrazione della Lombardia, che sta utilizzando i dati scientifici dell'Osservatorio regionale sull'immigrazione per interpretare il suo ruolo in chiave anti-stranieri

MILANO - Nelle scuole lombarde ci sono troppi stranieri: incentiviamo la natalità tra le famiglie italiane. È la proposta di Simona Bordonali, assessora regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione. Assessora che sta utilizzando i dati di carattere scientifico dell'Osservatorio regionale sull'immigrazione per interpretare il suo ruolo in chiave anti-stranieri. Mercoledì ha emanato un comunicato stampa in cui ripescava il vecchio pregiudizio che i migranti portano via il lavoro agli italiani. Oggi ha diramato un comunicato stampa in cui sottolinea come "in Lombardia già 167 scuole sono a maggioranza straniera e 789 hanno una percentuale di alunni stranieri superiore al 30%". Non è certo una novità. Per l'assessora, però, è "un dato su cui riflettere profondamente. La Regione sta già adottando politiche rivolte alle famiglie lombarde, come quella riguardante gli asili nido gratuiti, e proseguiremo convintamente in questa direzione. È chiaro però che dev'essere lo Stato a intervenire, promuovendo azioni a breve e lungo termine per incentivare la natalità tra le famiglie italiane e per bloccare una immigrazione di massa che non farà altro che aggravare ulteriormente la situazione. Mi auguro che il progetto nazionale non si fermi al 'Fertility day'". 

Nel comunicato si sottolinea come la presenza degli alunni stranieri è pari al 14,3% del totale degli studenti. Ma l'assessora Bordonali dimentica un dettaglio non da poco: il 60,6% di questi circa 200mila alunni è di seconda generazione, cioè è nato in Italia da genitori stranieri. Nel rapporto dell'Orim i ricercatori spiegano, tra l'altro, che si tratta di "una quota superiore al dato nazionale (55,3%) che indica la più elevata stabilizzazione raggiunta dai nuclei migranti nel nostro territorio rispetto ad altri". Dunque la presenza degli alunni stranieri va vista come un segnale positivo, segno di integrazione. Ma viene sbandierata come sinonimo di invasione da un'istituzione come la Regione. Che piaccia o no all'assessora all'Immigrazione, dunque, si tratta di bambini e adolescenti che stanno crescendo da italiani e che al compimento del 18esimo anno di età potranno chiedere la cittadinanza. (dp)

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