19 gennaio 2016 ore: 12:06
Disabilità

"Un’altra visita per dimostrare la mia idoneità": la denuncia del docente disabile

La storia di M., 40 anni di età, 15 di insegnamento, una emiparesi spastica dalla nascita a una forma di epilessia da poco sopraggiunta. Per lui nuovi accertamenti “Ho paura di perdere il lavoro, conquistato dopo anni di sacrifici”
Scuola: banco vuoto

ROMA – C'è, a quanto pare, una diffidenza diffusa intorno alle capacità degli insegnanti disabili: come se l'invalidità fisica certificata compromettesse la professionalità e le competenze di questi docenti. In pochi mesi, infatti, questa è già la seconda storia di questo tipo che redattore sociale racconta: a maggio quella di un docente precario di Termoli, rimasto sette mesi senza stipendio e sottoposto a una serie di accertamenti per verificare la sua “abilità”; oggi il caso di M., 40 anni tra pochi giorni, docente di Storia e filosofia presso un liceo del frusinate. “Ho una emiparesi spastica destra dalla nascita – ci spiega - Sono stato riconosciuto invalido al 100% con la dicitura (datata) risalente alla legge 118 del 1971, ‘Invalido con totale e permanente inabilità lavorativa’. E riconosciuto disabile secondo l' art. 3 comma 3”.

- Tale invalidità non ha però mai compromesso l'attività lavorativa di M.: “insegno da 15 anni – ci racconta - e tuttora svolgo regolarmente la mia attività didattica. Ricevo attestati di stima sia dagli alunni che dai loro genitori, perché riesco a creare un clima di serenità, di positività, che favorisce l’apprendimento dei miei studenti”. Questo però evidentemente non basta alla dirigente scolastica dell'istituto, che “ha richiesto la visita collegiale presso la competente Commissione medica di verifica a Roma. Qualche giorno fa mi è stata consegnata la raccomandata, con la quale mi viene fissato l'appuntamento per il prossimo 3 febbraio”.

Ciò che stupisce è che M. si è già sottoposto a visita, solo quattro mesi fa, presso la commissione Inps territoriale, che “mi ha dichiarato idoneo a mansioni di tipo impiegatizio, includendo in questa definizione anche la funzione di docente”. Ma a quanto pare alla preside questa dichiarazione non basta: vuole un altro parere, un altro certificato, un'ulteriore conferma. E così M. dovrà affrontare un viaggio che, per quanto breve, nelle sue condizioni reca qualche disagio, per sottoporsi all'ennesima visita e rassicuri la preside sulle sue capacità di docente. Ma non è tanto il disagio a spaventare M., quanto la diffidenza della sua dirigente e l'eventualità che questa possa compromettere le sue possibilità lavorative.

“Sto vivendo un dramma – spiega - perché ho paura di perdere il lavoro e con esso, l’unica cosa che mi è rimasta, oltre a due genitori anziani. Diversi specialisti di strutture pubbliche hanno certificato la mia assoluta idoneità all’insegnamento, ma questo ancora non basta. Ho sognato fin dall’infanzia di insegnare, di formare uomini e donne alla cittadinanza, aiutando il loro percorso di maturazione globale. Ora mi trovo a rincorrere e difendere un lavoro, conquistato dopo anni di sacrificio e di studio. Ma intendo lottare con tutte le mie forze, perché la mia disabilità è una risorsa, non un limite”. (cl)

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news