"Un partner disabile? Normalissimo": così cade il tabù su sesso e amore
ROMA – “E se una persona disabile si innamorasse di te?”: è questa una delle 30 domande contenute nel questionario “Sessualità e disabilità: indagine su atteggiamenti ed esperienze”. Un questionario “rigorosamente anonimo”, si precisa subito sotto il titolo, per “mettere le persone in condizione di esprimersi sull'argomento senza condizionamenti sociali”, ci spiega lo psicologo che lo ha elaborato, Lelio Bizzarri, che da anni si occupa del tema. E che il 1 dicembre a Roma, presso l’Ordine degli Psicologi del Lazio, presenterà i risultati della ricerca. “Ho riscontrato che, in letteratura così come nelle condivisioni di operatori, genitori e persone disabili stesse, questo è un argomento tabù – ci dice – come se le persone con disabilità non fossero contemplabili come potenziali partner. D'altro canto però, ho conosciuto decine di persone disabili, anche con gravi patologie, che hanno rapporti sessuali, storie sentimentali o hanno avuto dei figli insieme al proprio partner, sia questo disabile o no. Allora mi sono chiesto se questi assunti circa l'indesiderabilità delle persone disabili siano davvero così incrollabili”.
- Al questionario, pubblicato per diverse settimane on line, hanno risposto quasi 1.000 persone. Lo screening è ancora in corso, ma Bizzarri intanto ci anticipa qualche osservazione e qualche dato. “La notizia principale è- ci dice – è che la maggioranza schiacciante delle persone riconoscono la normalità di desideri sessuali e sentimenti nelle persone con disabilità e che quasi la metà non esclude la possibilità di coinvolgersi sessualmente e sentimentalmente con una persona con disabilità fisica o sensoriale. Ciò testimonia che il tabù sessualità e disabilità comincia a crollare. Sarà interessante confrontare il cambiamento di atteggiamento con le esperienze effettive e porsi degli interrogativi”. Stando ai dati, infatti, mentre tanti si dichiarano teoricamente disponibili a una relazione con un partner disabile, ancora pochissime sono, in effetti, le coppie “miste”.
E’ “normale” che un disabile si innamori. Meno, se disabilità è cognitiva. Ma veniamo a qualche dato, “anche se non voglio svelare troppo – precisa Bizzarri – perché le notizie più importanti le tengo per il 1 dicembre”. Innanzitutto il campione, “seppur limitato, è composto però da una grande varietà di persone differenti per genere, età, residenza, titolo di studio e rapporto con la disabilità”. Da una prima lettura delle schede, “più del 90% degli intervistati considerano 'normale che una persona con disabilità motoria o sensoriale esprima sentimenti d'amore erotico”, e riconoscono a questa “la possibilità di dare e ricevere piacere, nonché di essere partner a tutto tondo”. A questo punto, c'è però da fare una precisazione significativa: “Una leggera resistenza si evidenzia rispetto a comportamenti sessuali da parte di persone con deficit cognitivi: l'8% degli intervistati ha infatti dichiarato che non è normale: una percentuale che scende al 3% nel caso dei disabili motori e sensoriali”.
Quasi la metà non esclude relazione con disabile. Per quanto riguarda il possibile coinvolgimento personale in una eventuale relazione con un partner disabile, “431 intervistati (45% del campione) non escludono un coinvolgimento sentimentale con una persona con disabilità motoria o sensoriale. E solo 17 (1,86%,) escludono categoricamente che potrebbero ricambiare”.
“Sarà interessante però capire se e come variano gli atteggiamenti in funzione delle variabili demografiche e soprattutto rispetto al fatto di essere disabile o meno - spiega Bizzarri - Anche qui infatti esiste un pregiudizio: che cioè l'essere disabile predisponga positivamente verso altre persone con disabilità. Il questionario ci aiuterà a capire se sia davvero così”. Il rischio, cioè, è che il tabù inizia a cadere, sì, ma soltanto in teoria: mentre il superamento del pregiudizio e del luogo comune resti ancora fortemente radicato nei costumi e nella cultura. Questo, almeno in parte, i dati del questionario sapranno chiarirlo. L'appuntamento – conclude Bizzarri - è per il 1 dicembre presso la sede dell'Ordine degli Psicologi del Lazio dalle 9 alle 13, per scoprire i risultati del questionario, trarre insieme le conclusioni ed avanzare proposte d'intervento”. (cl)