29 luglio 2014 ore: 12:43
Non profit

"Un posto a tavola" in stazione: mensa e docce per gli utenti-volontari

Nei locali dell'ex dopolavoro ferroviario, a Cervia Marittima (Ravenna), concessi in comodato d’uso gratuito da Rfi, è stata avviata l’iniziativa “Mensamica”, che coinvolge 80 persone. E suor Lucia lavora accanto a Piera "la rossa"
Volontario di “Mensamica” di fronte all’ex dopolavoro di Cervia sede di “Mensamica”

Volontario di "Mensamica" di fronte all’ex dopolavoro di Cervia sede di "Mensamica"

ROMA - "La mia famiglia? Sono loro la mia famiglia!". Aziz, risponde così alla domanda sul suo paese d'origine. Mentre attraversa il corridoio tra la cucina e la sala da pranzo, per portare i pasti in tavola, il giovane marocchino indica Mario, pensionato che oggi coordina gli otto volontari impegnati nel preparare il pranzo. "Aziz è venuto qui come utente ma oggi ci aiuta quasi tutti i giorni, lo abbiamo adottato", conferma Mario. "Purtroppo oggi il lavoro stabile non c'è neanche per gli italiani e allora quando non lavora almeno viene qui e mangia, e ci aiuta a servire". Si respira un’aria amichevole e allegra, all’ora di pranzo nei locali dell’ex dopolavoro ferroviario della stazione di Cervia Marittima (Ra), che dal 2007 sono stati concessi dalla Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) in comodato d’uso all’associazione “Un posto a tavola”. E’ stata poi avviata l’iniziativa “Mensamica” che offre il pranzo, ogni giorno dal lunedì al sabato, a circa 70 persone. Inoltre Mensamica distribuisce sporte alimentari per la cena e dà la possibilità di fare docce e lavatrici a chiunque ne abbia necessità. Ma soprattutto crea legami di affetto, stima e amicizia, a volte di lavoro, che nascono e si rafforzano tra le battute e gli scherzi lanciati da volontari e utenti tra una portata e l’altra.

Volontario di "Mensamica" di fronte all’ex dopolavoro di Cervia sede di "Mensamica"
Volontario di “Mensamica” di fronte all’ex dopolavoro di Cervia sede di “Mensamica”

Non c’è una distinzione rigida tra le persone che qui offrono il proprio lavoro volontario e chi ne usufruisce, trovandosi in condizioni di bisogno. "Sono tantissime le storie di utenti-volontari come Aziz" afferma Silvia Berlati, presidente e fondatrice dell'associazione "Un posto a tavola" che ha creato il progetto Mensamica, "abbiamo avuto anche una signora italiana che ha perso il lavoro e trovandosi nella necessità di venire a mangiare da noi, ci ha chiesto di contribuire facendo le pulizie dei bagni". E aggiunge: "Molti utenti che poi hanno trovato lavoro oggi continuano a venire come volontari".

Ex dopolavoro ferroviario di Cervia, ora sede di Mensamica
Ex dopolavoro ferroviario di Cervia, ora sede di Mensamica

Tutte le attività, dal ritiro del cibo, alla cucina dei pasti, alla preparazione della sala da pranzo, fino alle pulizie, alla manutenzione e alla contabilità vengono svolti dai circa 80 volontari che si alternano con turni settimanali. “Un posto a tavola” ha anche fatto una convenzione con il Tribunale Ravenna che ha inviato alla mensa persone che come pena svolgono lavoro di pubblica utilità e “che hanno condiviso pienamente lo spirito dell’iniziativa con ottimi risultati”, sottolinea Berlati. “Il bello è che abbiamo volontari di tutte le idee, conclude la presidente di “Un posto a Tavola”, da suor Lucia di 84 anni a Piera, una vecchia comunista falce e martello”. “Discutono, si scontrano anche, ma sono unite dalla finalità del progetto”.

Silvia Berlati, presidente di "Un posto a tavola" a Mensamica
Silvia Berlati, presidente di "Un posto a tavola" a Mensamica

Banche, supermercati e piccoli coltivatori di orti: ecco chi rifornisce Mensamica. La fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna dona 10 mila euro tutti gli anni, 3.500 euro arrivano dalla regione Emilia Romagna e altre donazioni vengono inviate da associazioni e privati per un totale di circa 35 mila euro nel 2013. Ma importantissimi sono anche i contributi con donazioni di cibo che arrivano da supermercati come Conad, Coop, ma anche da ristoranti, negozi di ortofrutta e forni. Infine “molti anziani che fanno l’orto ci portano le loro verdure”, ricorda Berlati. Il numero di persone che si sono rivolte a Mensamica nel 2013 è drammaticamente cresciuto rispetto all’anno precedente: 18.176 pasti serviti (+ 12,5% rispetto al 2012), 15.017 sportine con la cena  ( + 4,9% rispetto al 2012). E’ stata data inoltre la possibilità di fare  3.432 docce e 508 lavatrici perché molti degli utenti – pazienti psichiatrici, giovani disoccupati, anziani che non arrivano alla fine del mese, migranti e intere famiglie - vivono in macchina o in condizioni disagiate. (Ludovica Jona)

Questo articolo fa parte di un viaggio nella penisola attraverso 12 stazioni “impresenziate”, i cui locali - lasciati liberi dal personale ferroviario - sono stati concessi dalle Ferrovie dello Stato Italiane a diverse associazioni non profit. Il reportage fa parte di uno studio sull'impatto delle attività sociali, turistiche e culturali dei progetti avviati nelle stazioni dei treni, realizzato da Redattore sociale, che sarà presentato dalle FS Italiane nei prossimi mesi. Per leggere tutti gli articoli del reportage, cliccare sul tag "Stazioni impresenziate" 

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