14 febbraio 2023 ore: 15:06
Disabilità

Riabilitazione dopo il coma, sia una priorità per la "nuova" regione Lazio. Appello per Chiara Insidioso

Dopo essere stata quasi uccisa dal presunto fidanzato 9 anni fa, a Roma. si è svegliata dal coma. Oggi comprende tutto, ma non riceve la riabilitazione di cui avrebbe bisogno. Ora che il perito ha dichiarato “inadeguata” la struttura in cui si trova, dovrà tornare a casa, perché strutture per lei non esistono nel Lazio, né in Italia. Parla la mamma
Chiara Insidioso e la mamma

Chiara Insidioso e la mamma

ROMA – Chiara Insidioso è viva e soprattutto vuole vivere: sono passati 9 anni da quando il presunto fidanzato l'ha ridotta in fin di vita e più di 8 da quando si è risvegliata dal coma, dopo 9 mesi di ricovero al San Camillo. E' stata poi ricoverata al Santa Lucia per 18 mesi, trascorsi i quali è stata trasferita a Casa Iride, dove tuttora vive: una struttura in cui non riceve la riabilitazione di cui avrebbe bisogno per tornare davvero in vita. Una struttura inadatta alle sue condizioni, come ha dichiarato ora anche il perito che l'ha incontrata e visitata, lo scorso 3 febbraio: “Casa Iride è inadeguata alle sue condizioni cliniche e non favorisce i miglioramenti derivanti dalla socializzazione e dalla interazione con i suoi pari”.

Ne ha preso atto la giudice tutelare, la quale “non può che condividere quanto affermato dal consulente tecnico”, il quale, insieme all'amministratore di sostegno, ha “personalmente verificato che gli altri pazienti ricoverati hanno, senza dubbio, uno stato di salute molto più grave di quello di Chiara e non sono in alcun modo in grado di interagire con la stessa nella misura in cui quest'ultima è risultata idonea a fare”.

E allora? Perché Chiara non viene trasferita in una struttura idonea alle sue condizioni? La risposta è semplice: questa struttura non c'è. E se c'è, non può aprirle le porte, perché Chiara ha già esaurito il periodo massimo di permanenza in una struttura riabilitativa residenziale previsto dalla legge regionale. Di conseguenza, il trasferimento da Casa Iride a una struttura riabilitativa non è possibile. E' possibile, invece, il trasferimento a casa, naturalmente con assistenza h24.

Quel che è certo, è che a Casa Iride Chiara non dovrà più restare: “E' una struttura eccellente per pazienti in stato vegetativo. Ma Chiara non è in stato vegetativo, è una donna sopravvissuta alla violenza. Sono 9 anni non vede mondo esterno e i suoi amici e questo è reato penale – denuncia la mamma, Danielle Conjarts – perché tutti, comprese le persone con gravi disabilità, devono avere la possibilità di uscire”, denuncia la mamma.

Chiara oggi capisce tutto e a suo modo comunica. Vorrebbe alzarsi in piedi ma non sa farlo, così come non sa parlare. Semplicemente, perché non viene aiutata a recuperare queste capacità e queste competenze. Per questo, da anni la mamma chiede “una struttura per Chiara”, ma quella struttura non c'è. Di qui l'appello alla regione Lazio, nel giorno in cui si contano le schede e ci si prepara al passaggio di consegne: “Devono essere costruite nuove strutture per pazienti come Chiara, che dopo un'ischemia, o dopo un incidente, hanno bisogno di riabilitazione. Attualmente, dopo 9 mesi devono essere dimessi, per lasciare il posto ad altri pazienti. Ma 9 mesi spesso non bastano, così come non bastano, evidentemente, i posti letto in queste strutture. Per Chiara è stata fatta un'eccezione: vista la sua situazione, le è stato permesso di restare al Santa Lucia per 18 mesi, prima di andare a Casa Iride. Ora, però, dove andrà?”.

Giovedì 16 sarà il tribunale a decidere il destino di Chiara e la questione è tutt'altro che semplice: i genitori sono separati e divisi anche nelle decisioni che riguardano Chiara, tanto che è nominato un amministratore di sostegno esterno. “Ma io sono la mamma, sono stata sempre accanto a lei in questi 9 anni: devo essere io l'amministratore di sostegno di mia figlia”, reclama la mamma, che per questo ha lanciato anche una petizione.

Ora, sarà il tribunale a cercare di far mettere d'accordo la madre e il padre, perché Chiara abbia finalmente una casa in cui tornare e una vita da ricominciare.



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