"Valparaiso": dal Cie di Ponte Galeria al festival di Locarno
- ROMA – Rinchiusa nel centro identificazione ed espulsione di Ponte Galeria, alle porte di Roma, Rocio resta incinta. Non si sa cosa sia successo, né chi sia il padre del bambino. Ma per questa donna, migrante irregolare secondo la legge italiana, inizia un difficile percorso personale. La conquista della libertà si scontra, infatti, con la difficoltà di portare avanti una gravidanza inaspettata e non voluta. Asciutto nella forma, potente nel contenuto, Valparaiso, è il quinto lavoro del regista Carlo Sironi. Il documentario è stato selezionato per la 69 edizione del Festival di Locarno e sarà in concorso nella sezione Pardi di domani.
Rilasciata al quarto mese di gravidanza con un permesso di soggiorno temporaneo per maternità, Rocio, 20 anni, non viene rimpatriata ma si trova a fare i conti con la maternità. Il film, che inizia proprio dentro il Cie di Roma, è anche una presa di posizione contro il trattamento dei migranti: “I centri di identificazione ed espulsione sono dei luoghi di controllo e segregazione in cui la libertà viene sistematicamente negata – sottolinea il regista - Un'immigrata irregolare rimane incinta durante la sua prigionia e in virtù della sua gravidanza, ottiene un permesso di soggiorno e un lavoro, un’apparente libertà. A volte il libero arbitrio e la possibilità di scelta concedono solo una libertà illusoria. La negazione di un legame può rafforzarlo ancora di più, invece di cancellarlo. Con Valparaiso ho voluto mostrare queste contraddizioni attraverso frammenti della vita di Rocio. Ho scelto di filmarlo con un linguaggio scarno – aggiunge –per raccontare nel modo più essenziale possibile il doloroso viaggio di una donna che prima nega e poi si riappropria del suo essere madre”. Valparaiso, che sarà proiettato in anteprima il 9 agosto, è prodotto da Giovanni Pompili per Kino produzioni e realizzato con il contributo della direzione generale Cinema. (ec)