“Vedere il museo”: così una App supera le barriere sensoriali
ROMA – Una app che trasforma lo smartphone in un vero e proprio “interprete”, capace di tradurre in audiodescrizione le informazioni grafiche sulle opere di un museo: è stata sviluppata dalla lombarda NearIT, cper permette a quattro Rotary Club friulani di realizzare il progetto “Vedere il museo”. Obiettivo: migliorare l’accessibilità al patrimonio artistico e museale, sopratutto per chi ha una disabilità visiva. Domenica 25 giugno è in programma l’inaugurazione del primo progetto, presso il Museo Carnico delle Arti Popolari "Michele Gortani" di Tolmezzo (Udine), che per l’occasione sarà aperto gratuitamente al pubblico.
Secondo la ricerca dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, i siti archeologici, artistici e museali che hanno adottato soluzioni di accessibilità sono ad oggi solo poche decine: da qui è partita l’iniziativa di quattro Rotary Club del Friuli Venezia Giulia rivolta ad altrettante realtà del territorio (Museo Carnico delle Arti Popolari "Michele Gortani" di Tolmezzo, Museo Cristiano e Tesoro del Duomo di Cividale del Friuli, Museo etnografico del Palazzo Veneziano a Malborghetto, Museo civico di Palazzo Elti a Gemona del Friuli) finalizzata alla realizzazione di un servizio innovativo a favore di utenti che necessitano di un’attenzione speciale, grazie alla fornitura di supporti adeguati.
“Il design della app è stato appositamente studiato per un utilizzo facilitato per persone ipovedenti - dichiara Susanna Avossa, designer NearIT - Ogni contenuto è caratterizzato dalla riproduzione di un colore molto acceso sul display, sul quale non compaiono scritte ma solamente riferimenti visivi. La grafica del menu è stata completamente ripensata con l’obiettivo del Design for All: non solo i non vedenti e gli ipovedenti, ma anche gli anziani e tutti i visitatori con difficoltà di lettura possono trarre vantaggio da un’offerta informativa semplice e intuitiva”. Ogni museo coinvolto potrà creare e modificare in autonomia i propri contenuti tramite la piattaforma di mobile proximity di NearIT: ogni “ricetta” parte dalla semplice renderizzazione audio di qualsiasi contenuto testuale in possesso del museo, che viene associata ad una stanza e ad un trasmettitore bluetooth (beacon). In prossimità di ogni beacon lo smartphone inizierà a vibrare e al tap in un qualsiasi punto dello schermo partirà la descrizione audio corrispondente, allo stesso modo “tappando” un qualsiasi punto dello schermo la descrizione si interromperà.
“La soluzione sviluppata presenta alcune peculiarità rispetto a quelle già sperimentate negli scorsi mesi all’interno di convention ed eventi” - dichiara Stefano Cattaneo, sviluppatore di NearIT - Gli smartphone che verranno forniti nascono per un utilizzo offline quindi non necessitano di connessione dati o Wi-Fi per accedere ai contenuti trasmessi dai beacon e i messaggi non saranno profilati per età o genere dell’utente. Inoltre, data l’installazione fissa all’interno di una struttura con orari di apertura ben definiti, sono stati utilizzati particolari beacon che si spengono automaticamente durante le ore notturne, permettendo un notevole risparmio energetico”.