20 maggio 2016 ore: 14:17
Disabilità

"Vogliamo andare a scuola": le famiglie dei disabili pronte a diffidare le province

Riparte la campagna in Lombardia di Ledha e Fand contro le province e la Città metropolitana di Milano che non garantiscono per il prossimo anno scolastico i servizi per gli alunni disabili. Pronto il fac simile della lettera-diffida che i genitori possono mandare alla provincia di residenza
Alunni disabili. Un alunno con carrozzina in classe

MILANO - Mancano pochi mesi all’inizio del nuovo anno scolastico. Ma per le mamme e i papà di bambini e ragazzi con disabilità della Lombardia non ci sono certezze: ancora non sanno se a settembre i loro figli potranno iniziare a frequentare le lezioni assieme ai loro compagni di classe. Le istituzioni non si sono ancora attivate per dare alle famiglie (e alle associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità) rassicurazioni rispetto all’attivazione completa e tempestiva dei servizi necessari a garantire il diritto allo studio per alunni e studenti con disabilità. Per questo motivo, in vista dell’inizio dell’anno scolastico 2016-2017 la Lega per i diritti delle persone con disabilità (Ledha), in collaborazione con la Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità (Fand), rilancia la campagna “Vogliamo andare a scuola!” per chiedere alle Province e alla Città Metropolitana di Milano di attivare tempestivamente e in maniera completa i servizi necessari a garantire il diritto allo studio per alunni e studenti con disabilità. ??Le due associazioni hanno predisposto il fac-simile di una lettera-diffida che ogni famiglia può inviare alla provincia di residenza (o alla città metropolitana di Milano). Lo scorso anno, sono state 120 le famiglie che l'hanno utilizzata.

Dodici famiglie, in particolare, hanno presentato ricorso contro le rispettive province e la Città Metropolitana, supportate dai legali del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi e da Ledha, che le ha affiancate nelle aule dei tribunali e ha sostenuto anche per la maggior parte i costi dei ricorsi stessi. “Tutti i genitori che hanno intrapreso la strada del ricorso contro la Città Metropolitana di Milano, le Province di Monza e Pavia hanno avuto giustizia. Ottenendo l’erogazione dei servizi nella misura corrispondente alle effettive esigenze dei loro figli, così come dovrebbe accadere per tutti gli alunni e gli studenti con disabilità in base alla nostra normativa”, spiega Alberto Fontana, presidente di Ledha.??“La Sezione milanese dell’Unione italiana ciechi - racconta Nicola Stilla, presidente di Fand Lombardia - ha anche presentato un ricorso al Tar contro la Città Metropolitana a cui è stata contestata la mancata attivazione degli interventi tiflodidattici e tifloinformatici a favore degli studenti con disabilità sensoriali residenti nella Provincia di Milano”. 

Il Tar Lombardia non solo ha ritenuto fondato il ricorso, ma ha confermato che “l’inserimento scolastico dei minorati della vista rientra tra le competenze della Provincia in base a diverse norme” e che gli interventi tiflodidattici e tifloinformatici costituiscono “un elemento necessario per l’integrazione scolastica dei minorati della vista”.?“Nonostante i risultati conseguiti insieme a Ledha – aggiunge Nicola Stilla – ancora oggi ci troviamo davanti al balletto delle responsabilità e all’assoluta incertezza per il nuovo anno scolastico. Siamo convinti che il diritto allo studio sia un diritto anche e soprattutto per gli alunni e gli studenti con disabilità. Per questo motivo ci adopereremo con tutte le nostre forze per ottenere l’applicazione integrale della sentenza del Tar Lombardia”. (dp)

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