22 luglio 2015 ore: 14:13
Immigrazione

"Welcome to Italy": una web serie per raccontare l’integrazione dei migranti

All’Isola Tiberina presentata la web serie girata nel centro Baobab. La regista Terry Paternoster: “Le soluzioni alle difficoltà dell’immigrazione vanno ricercate nella comunicazione”
Welcome to Italy
Welcome to Italy

ROMA - Come si dice permesso di soggiorno in arabo, in ucraino o in tigrino? È solo una delle tante questioni di cui si discute all’interno della Radio Baobab, uno spazio libero di aggregazione dove si ritrovano diverse comunità di immigrati residenti nella capitale. Ieri sera all’Isola del Cinema della Tiberina è stata presentata al pubblico e proiettata, per la prima volta in versione integrale, la web serie Welcome to Italy. Otto puntate brevi per narrare l’impegno dei sette giovani protagonisti nella difesa di un’emittente che rischia di essere chiusa per via della scadenza della concessione comunale. La serie è stata girata presso il centro policulturale Baobab di via Cupa e fa parte di un progetto finanziato dal Ministero dell’Interno attraverso il Fondo Europeo per l’integrazione dei cittadini dei Paesi Terzi.

Il cast
Welcome to Italy 2

“Al centro del racconto – afferma la regista Terry Paternoster – c’è un sogno condiviso tra sei cittadini di origine straniera. L’idea nasce nell’ambito di un progetto multietnico e, insieme agli sceneggiatori e ai produttori, lo abbiamo realizzato a conclusione di un lavoro di confronto con i mediatori culturali. Credo che questa esperienza sia un utile suggerimento per ricercare nella comunicazione risposte e soluzioni alle difficoltà dell’immigrazione”. 

- Gli attori rappresentano le voci e le tradizioni dei diversi paesi di provenienza: Sud America, Iran, Palestina, Eritrea, Ucraina e Filippine. Amin Nour (che nella serie interpreta il personaggio di Jamal) sottolinea come, in maniera semplice e senza cedere al pietismo, vengano offerti spunti di riflessione sul concetto di identità che ciascuno porta dentro di sé. Dice Amin: “Se partiamo da un uso corretto delle parole già possiamo attuare il cambiamento culturale necessario. Non mi piacciono le espressioni che separano, come ad esempio la definizione “italiani di seconda generazione” o il termine “integrazione”. A quest’ultima preferisco la parola “incontro” perché dà il senso autentico di persone che realizzano un’interazione conservando l’orgoglio delle proprie origini”. 

Online dal 18 giugno nei canali You Tube e Facebook di Infofilieraroma, Welcome to Italy ha già registrato più di un milione di visualizzazioni. “Siamo felicemente sorpresi – conclude la regista – di questo straordinario successo. Tutta la serie è stata scritta in quindici giorni e le riprese ci hanno impegnato per poco più di una settimana. In un tempo veloce abbiamo cercato di trasferire il risultato dello scambio con i rappresentanti delle comunità straniere”. (Raffaella Sirena)

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