A Bologna 2 appartamenti domotizzati a misura di sedia a ruote
BOLOGNA – Nove weekend in un anno, e poi lo sviluppo del progetto: 4 ragazzi disabili hanno l’opportunità di sperimentare e vivere per due giorni a settimana nei 2 nuovi appartamenti domotizzati dell’Ausl, all’interno dell‘area ausili del Polo multifunzionale per le disabilità di Corte Roncati in via Sant’Isaia a Bologna. I ragazzi, tra chi è in sedia a ruote o chi si sorregge in piedi ma ha evidenti difficoltà motorie, hanno la possibilità di trascorrere momenti di vita quotidiana in piena autonoma dalla famiglia e inoltre partecipare alla progettazione di nuove soluzioni tecnologiche per gli ausili.
Gli appartamenti domotizzati sono in tutto e per tutto a misura di disabilità, con sensori di movimento per l’attivazione delle luci, letti elettronici collegati ad appositi “solleva persona”, cucine robotiche con pensili e credenze che si spostano a varie altezze per permettere a chi è in carrozzina di raggiungere agevolmente cibi o pentole, e sanitari facilmente accessibili. Inoltre, un unico telecomando attivabile con la voce può gestire tutta la casa, ad esempio per accendere la tv o aprire le finestre e utilizzare gli altri dispositivi elettronici: “Una vera e propria casa robot” dicono i promotori.
I ragazzi, tutti maggiorenni, vivono in coppia per ogni appartamento, supportati dalla presenza di educatori dell’Ausl. Gli appartamenti, uno di 80 metri quadrati e l’altro di 50, sono stati realizzati nel 2007 e fino ad oggi svolgevano una funzione più che altro dimostrativa: chi era interessato allo sviluppo di queste tecnologie di adattamento degli interni, poteva visitarli e osservare da vicino cosa si studia e realizza all’interno di Corte Roncati. Il polo dell’Ausl di via Sant’Isaia, infatti, integra in un unico edificio di 3.000 metri quadrati numerosi centri per attività nel campo della disabilità neuromotoria, di quella cognitiva e nella ricerca di ausili per l’autonomia. Ne fanno parte il Centro disabilità linguistiche e cognitive, la medicina riabilitativa infantile e l’area ausili. Quest’ultima comprende il Centro ausili tecnologici, il Centro regionale ausili e il Centro di adattamento dell’ambiente domestico. L’Area “offre soluzioni ad una serie di esigenze delle persone con disabilità di qualunque età – ha spiegato durante l’inaugurazione degli appartamenti il responsabile Claudio Bitelli - grazie al lavoro di una équipe multidisciplinare, composta da educatori, psicologi, operatori sociali, fisioterapisti, ingegneri, architetti e tecnici”. All’interno c’è inoltre una mostra permanente di oltre 300 metri quadrati, che raccoglie centinaia di strumenti e ausili a disposizione delle persone con disabilità.
L‘idea guida di tutte le attività, continua Bitelli, “è considerare la disabilità una condizione di vita, più che una patologia o una sindrome…”. Da ciò “deriva l’esigenza di affiancare alla diagnosi clinica la valutazione funzionale delle abilità nei contesti reali della vita quotidiana”. In poche parole un percorso riabilitativo che non riguarda solo la singola persona, ma anche il contesto in cui è inserita. Ecco ad esempio che trascorrendo il loro tempo all’interno degli appartamenti, i ragazzi hanno potuto affinare le proprie abilità motorie a seconda delle possibilità, e oltretutto fornire agli esperti dell’Ausl una serie di indicazioni e suggerimenti per migliorare gli ambienti: hanno contribuito a migliorare la doccia, il cui scarico era posizionato in maniera scomoda ed è stato spostato, o l’adeguamento della durata dell’accensione delle luci, e poi hanno segnalato la necessità di avere uno strumento che potesse aiutarli a cucinare, in particolare a mescolare il cibo in pentola, mentre cuoce, per evitare che si attacchi al tegame. “Questo lavoro - conclude Bitelli - è stato portato avanti da numerose associazioni assieme all’Ausl e all’Azienda consortile interventi sociali per il territorio del distretto di Casalecchio di Reno, come l’Aias Bologna, e l’associazione “Passo passo”. Ma anche la cooperativa Libertas, l’Asp Giovanni XXIII, e la cooperativa ‘In cammino”. Il progetto tuttavia non si fermerà con la sperimentazione degli appartamenti: infatti, all’Ausl stanno “ultimando la messa a punto di un’aula tecnologica, che verrà utilizzata per campus intesivi di due settimane per la riabilitazione”. E a chi si chiede quali siano i costi dello sviluppo di queste nuove tecnologie, Bitelli risponde: “Investire in questi ambiti, pensiamo possa produrre in 3 anni risparmi del 30% dei costi sia per il pubblico che per i privati (le famiglie), inoltre si deve tenere conto del netto miglioramento della qualità della vita dei ragazzi e delle loro famiglie”. (giovanni baiano)
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