20 settembre 2016 ore: 12:53
Immigrazione

A Calderara di Reno 6 profughi diventano volontari per il territorio

Fanno parte di un gruppo di 8 accolti presso una struttura della Curia gestita dalla cooperativa Lai Momo. Svolgeranno lavori di pubblica utilità, interventi rivolti al decoro urbano e di pulizia. Il vicesindaco: “La solidarietà passa anche da queste azioni”
Gruppo Profughi Calderara di Reno
Gruppo Profughi Calderara di Reno

CALDERARA DI RENO (Bologna) - Sono otto i profughi ospitati a Calderara di Reno presso una struttura della Curia gestita dalla cooperativa Lai Momo. Oggi 6 di loro hanno iniziato a prestare servizio volontario per il territorio che li ospita: svolgeranno lavori di pubblica utilità, occupandosi di interventi rivolti al decoro urbano. L’attività, risultato di un’iniziativa del Comune per creare relazioni e far sentire queste persone integrate nella comunità, si articolerà con gruppi di 2 persone alternati in modo che ogni gruppo lavori per una settimana dal lunedì al giovedi, 4 ore al giorno, per 3 mesi. “I richiedenti asilo vivono per diversi mesi in attesa di conoscere il proprio futuro e, in questo lasso di tempo, non possono lavorare ed essere retribuiti – ha detto Giampiero Falzone, vicesindaco di Calderara di Reno con delega alle Politiche del benessere – Possono però svolgere attività di volontariato e ritengo che occuparli in queste attività sia importante per loro, che possono in tal modo ripagare la collettività dell’accoglienza che ricevono, e per la comunità che li ospita: il loro apporto potrà contribuire a rendere la città maggiormente decorosa e i cittadini grati per la presenza di queste persone. La solidarietà passa anche da queste azioni”.

Il volontariato è possibile grazie all’adesione dei richiedenti asilo al Registro del volontariato singolo che l’Amministrazione ha istituito nel 2014 per permettere ai singoli di donare tempo alla comunità in modo personale, spontaneo e gratuito. Le attività e i servizi ai quali i volontari possono partecipare sono individuati dal Comune: non devono in nessun caso sostituire le attività istituzionali proprie dell’ente, ma affiancarle con finalità di solidarietà e di promozione sociale, a vantaggio di una buona qualità della vita di tutti. Le aree tematiche individuate sono servizi sociali, tutela dell’ambiente, attività culturali e sportive, servizi scolastici o educativi. 

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