28 dicembre 2023 ore: 15:07
Disabilità

A Gaza i ciclisti paralimpici portano gli aiuti in bicicletta

di Antonella Patete
Si chiamano Gaza Sunbirds e sono una squadra di paraciclisti nata nel 2020 e formata da giovani amputati per via degli attacchi israeliani. Oggi distribuiscono cibo e beni essenziali alla popolazione della Striscia e hanno appena lanciato la campagna Athletes For Palestine
Gaza Sunbirds gaza bici Gaza Sunbirds credit Gaza Sunbirds

ROMA – “Alcune persone hanno iniziato a piangere quando hanno ricevuto il pane. Lacrime di gioia. Per il pane. La gente piangeva nel ricevere qualcosa che è sempre stato a nostra disposizione e che ora è prezioso. È stato straziante. Ero fuori e mia moglie e la mia famiglia avevano molta paura per me. Avevano anche paura di finire sotto i bombardati mentre non ero lì anch'io. Ma io mi preoccupavo di portare questo pane alle persone bisognose” Alaa al Dali, è capitano dei Gaza Sunbirds, la squadra di atleti paraciclisti che si sta occupando della distribuzione di cibo e beni essenziali alle migliaia di rifugiati di Gaza. I Sunbirds sono tutti ragazzi che hanno subito delle amputazioni in seguito alla partecipazione alla Marcia del Ritorno del 2018-19 e ad altre manifestazioni pacifiche a Gaza. La squadra, fondata nel 2020, aveva come obiettivo quello di competere alle Paralimpiadi del 2024, ma oggi è impegnata unicamente nella distribuzione di aiuti alla popolazione: un lavoro reso possibile grazie alla rete coordinata e supportata da ACS - Associazione di Cooperazione e Solidarietà, attiva in Palestina da più di 20 anni. “Il rapporto di fiducia con i nostri collaboratori e atleti ci consente di acquistare beni di prima necessità e cibo fresco a prezzi calmierati e di raggiungere quante più persone possibile nelle zone sotto assedio”, fanno sapere dall’organizzazione. 

I Gaza Sunbirds portano cibo e prodotti sanitari

Nelle ultime settimane i Gaza Sunbirds hanno rischiato la vita per distribuire cibo, beni di prima necessità, prodotti sanitari per un valore di 54 mila euro a migliaia di persone. “Prima del recente attacco dello Stato israeliano a Gaza, ogni giorno entravano 100 camion di aiuti umanitari per sostenere la popolazione – commenta ACS –. Oggi può entrare una quantità di aiuti drammaticamente inferiore rispetto ai bisogni dei 2,3 milioni di individui che vivono lì, quasi la metà dei quali bambini”. Gli aiuti comprendono 260 quintali di pacchi alimentari, di cui 7.900 costituiti da pasti caldi, 100 coperte e 80 pacchi di beni di prima necessità per i bambini. “Rischiando di essere colpiti dalle bombe, dai missili o dai colpi di arma da fuoco israeliani, gli atleti della squadra sono scesi in strada, per raggiungere le comunità del Sud e del Centro di Gaza su una sola gamba, insieme al loro allenatore e manager”, spiegano da ACS. Con le loro bici i Gaza Sunbirds hanno la possibilità di raggiungere famiglie rimaste isolate, attraverso strade difficilmente percorribili. “Siamo felici di aiutare ogni persona, ma questo sostegno sufficiente per appena lo 0,12% della popolazione. Dobbiamo porre fine all’assedio e portare aiuti a Gaza. Nonostante i nostri sforzi, i magazzini stanno esaurendo le scorte. L'odore dei cadaveri in strada è troppo terribile per essere descritto. È necessario fare pressione a che si ponga fine all’occupazione”, dichiarano i giovani atleti.

La campagna Athletes For Palestine

Oggi i Gaza Sunbirds lanciano Athletes For Palestine, una campagna che mira a costruire un’unione attraverso lo sport, oltre le barriere e i confini, invitando la comunità globale a unirsi a loro nel chiedere un cessate il fuoco duraturo e misure che garantiscano un’esistenza sicura e dignitosa ai palestinesi. Seppur nelle sue prime fasi di mobilitazione, la campagna ha già raggiunto 43 adesioni da tutto il mondo, tra cui quella di alcuni sportivi di alto profilo: lo skateboarder professionista statunitense Ryan Lay, i ciclisti professionisti Imogen Cotter dall'Irlanda e Nico Deportago-Cabrera dagli Stati Uniti, nonché il due volte medaglia d’oro alle Paralimpiadi,  l’irlandese Mark Rohan. Alla campagna hanno aderito, inoltre, due progetti sportivi nati su iniziativa di comunità di rifugiati in Grecia: Yoga and Sport with Refugees e Refugym

La campagna Athletes For Palestine chiede la fine della catastrofe umanitaria causata dall’assedio dell’IDF e dai bombardamenti indiscriminati sui civili. Di pari passo viene chiesto anche di porre fine ai 55 anni di “apartheid israeliano” e all’occupazione della Cisgiordania palestinese. “Abbiamo bisogno che il mondo prenda posizione e ci sostenga nel chiedere la fine di questi attacchi e di questa narrativa – precisano gli atleti –. Malgrado tutto quello che ci è stato sottratto, guardiamo al nuovo giorno con rinnovato spirito di pace e c’è amore nei nostri cuori. Vogliamo unire le persone attraverso lo sport. Crediamo in un domani migliore”.

 

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