A Lampedusa nasce un presidio sanitario permanente
PALERMO – Un presidio sanitario permanente a Lampedusa sarà sempre attivo per rispondere ai bisogni sanitari dei migranti che raggiungono l’isola e degli isolani che ci vivono. L’intento è quello di abbandonare la logica dell’emergenza che finora ha caratterizzato tutti gli aiuti socio-sanitari avvenuti in questi anni per abbracciarne un'altra legata al consolidamento di un presidio sanitario ordinario fatto di professionalità adeguate. A due mesi dalla tragedia in cui a mezzo miglio dalla costa di Lampedusa morirono 366 immigrati, l'Asp di Palermo infatti, con l’incontro di questa mattina, ha voluto presentare il nuovo presidio e nello stesso tempo riunire tutti gli operatori impegnati quel giorno nei soccorsi affinché si facesse memoria dell’accaduto.
Il programma speciale Lampedusa con l’attivazione del nuovo presidio permanente prevede la creazione di due unità operative semplici, una di medicina umanitaria e delle immigrazioni (Mui) ed una di specialistica ambulatoriale e diagnostica (Sad). Il programma necessita da parte del ministero della salute di una deroga al blocco sui concorsi perché dovrebbero essere assunti ginecologi, pediatri, infermieri, psicologi, assistenti sociali e mediatori culturali.
“Siamo qui per non dimenticare ma soprattutto per confrontarci con le istituzioni per capire insieme come arricchire il modello organizzativo sanitario presente nell’Isola – afferma il commissario straordinario dell’Asp di Palermo Antonino Candela -. Il presidente Crocetta e l’assessore Borsellino hanno già autorizzato l’attivazione nell’Isola di un centro sanitario permanente sempre attivo che non è organizzato in termini di emergenza ma di ordinarietà. Il modello sanitario, presente nell’Isola, ha dimostrato già di essere un’eccellenza ricevendo il plauso dell’Oms ma adesso lo si potenzierà con le figure professionali specifiche tra: dirigenti medici, ginecologi, pediatri, mediatori culturali, psicologi, assistenti sociali operatori sociosanitari. Il presidio risponderà al bisogno di salute degli immigrati ma anche della popolazione residente. I tempi ci impongono di strutturaci nell’Isola con professionalità adeguate”. Lo scorso anno a Lampedusa ci sono stati 69 sbrachi per un totale di 5.160 immigrati ma il fenomeno è stato ancora in crescita come confermano i dati fino al 4 ottobre scorso : 132 sbarchi per un numero complessivo di 12.347 persone.
All’inizio della conferenza è stato proiettato il video “Mai più morti nel Mediterraneo” realizzato dall'Asp di Palermo con immagini inedite della tragedia del 3 ottobre scorso. A dare la sua drammatica testimonianza sui soccorsi a mare di quel giorno è stato anche il pescatore Domenico Colapinto che, insieme a suo fratello e suo nipote, ha recuperato quel giorno 20 persone.
All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini ed il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
“La crescita dell’Europa come casa comune deve partire proprio da Lampedusa. Mi auguro che i fondi straordinari che l’Europa ha dato all’Italia vengano impiegati in una logica della programmazione e non più nella logica emergenziale che ha caratterizzato la nostra accoglienza fino ad oggi. – sottolinea Giusi Nicolini -. La logica dell’emergenza non ha fatto altro che intasare Lampedusa creando il sovraffollamento nel centro di accoglienza e mettendo in cattiva luce un’opera che viene fatta bene che è quella del soccorso in mare”.
“A Lampedusa sono finalmente iniziati i lavori della ricostruzione dei due padiglioni del centro di accoglienza che avevano preso fuoco nel settembre 2011 – aggiunge Nicolini -. In questo momento il centro ha meno persone: ci sono una cinquantina di siriani, superstiti del naufragio dell’11 ottobre che sono a disposizione dell’autorità giudiziaria. I nuovi padiglioni serviranno a dotare il centro della sua capienza ordinaria di 800 posti. Ricordiamo che, da luglio 2012, da quando il centro è stato riaperto ad oggi, su 250 posti letto sono stati ospitate più di mille persone. Ecco, se questo è il modello di accoglienza penso che per il momento non ci siamo”.
Tra i presenti ha parlare è stato anche il vescovo di Mazzara del Vallo Domenico Mogavero, il piccolo centro trapanese che da sempre è stato annoverato come un modello di ‘sana accoglienza’ dei migranti. “Non credo che oggi si sia andati oltre la reazione emozionale perché ancora aspettiamo concretamente di vedere una svolta nella politica del mediterraneo sia a livello nazionale che europeo – ha affermato il vescovo Mogavero -. Dobbiamo renderci conto che siano davanti ad un fenomeno culturale che non ha niente di transitorio per cui occorre adeguatamente attrezzarsi affinchè questi flussi vengano percepiti con l’importanza che meritano”.
“Non fermiamoci oggi soltanto ad applaudire operatori e forze dell’ordine che in questi anni di sbarchi a Lampedusa sono stati straordinari – dice il primo cittadino Orlando di Palermo -. Chiediamoci anche chi è stato finora il mandante di tutte queste tragedie se non il permesso di soggiorno che è stato finora la schiavitù e la tomba di queste persone. Sono le storie a dare un senso alle nostre parole. I migranti vengono da noi perché in Sicilia non si sentono ‘illegali’ e perché illegale non è stata mai la nostra storia di popoli che nel tempo abbiamo sempre accolto e da cui siamo stati anche dominati”. (set)