17 luglio 2018 ore: 15:58
Immigrazione

A Palermo la Carovana spagnola "Abriendo Fronteras"

In 700 ieri e oggi per chiedere all'Italia e all'Europa di aprire porti e frontiere alle persone migranti. Vassallo Paleologo: "I diritti fondamentali della persona vanno riconosciuti a tutti e non solo agli europei"
Abriendo frontieras - manifestazione
Abriendo frontieras - manifestazione

PALERMO - Dalla Spagna all'Italia: a Palermo tutti uniti nel chiedere l'apertura dei porti e delle frontiere europee e di accogliere tutti i migranti che arrivano dal Mediterraneo. Tra canti e tamburi etnici ieri sono stati accolti al porto i 300 attivisti della carovana spagnola dei diritti “Abriendo Fronteras" composta da una rete di tantissime associazioni, provenienti da diverse aree della penisola iberica. Dal porto poi, insieme agli attivisti siciliani rappresentanti di 60 associazioni diverse, in 700 hanno raggiunto piazza Verdi e poi piazza Pretoria davanti al Palazzo delle Aquile dove sono stati accolti dal sindaco Orlando.

"Sono da 15 anni a Palermo è oggi sono qui per sostenere tutti i miei fratelli e sorelle africane che hanno bisogno del nostro aiuto per ritornare persone - dice mentre balla durante il corteo Miriam Traora della Costa D'avorio -. Solo accogliendo chi soffre si potrà avere come ho fatto io un futuro e una vita diversa soprattutto nella pace e non nella guerra". "La carovana è fatta di persone che come noi sono in cerca di segni di speranza - dice pure il fratello comboniano Claudio Parotti - che non fa rumore ma questa volta parte dalla costruzione di segni concreti come questa manifestazione. La speranza non è spontanea e non deve essere neanche ingenua perchè va concretamente coltivata in maniera comunitaria e condivisa imparando dalla ricchezza delle diverse esperienze di vita". "Le frontiere vanno aperte perché la loro chiusura è contro i diritti umani - sottolinea Pasqua De Candia attivista del Forum Antirrazzista di Palermo e rappresentante del Ciss -. I diritti umani sono di tutti indipendentemente da dove nasci e la solidarietà va promossa e non certo criminalizzata. Per fare questo siamo consapevoli che dobbiamo rompere tanti muri fatti di silenzi, ipocrisie e gente che si gira dall'altra parte. Vanno costruite alleanze e reti forti tra le persone e proprio per questo abbiamo voluto la carovana nella nostra città". 

Questa mattina nelle sede del plesso didattico Albanese di Ballarò la carovana spagnola ha tenuto un incontro alla cittadinanza e poi una conferenza stampa. "Grazie  a tutti voi che ci avete accolto - sottolinea Francesca Ricciardi della Carovana dei diritti spagnola -. Abriendo Fronteras è un'iniziativa trasversale antirazzista, femminista ed ecologista nata nel 2016 da tante realtà della solidarietà internazionale e dalla volontà di articolare delle lotte per i diritti umani e per creare delle reti sociali sempre forti. Siamo stati a Ventimiglia e oggi a Palermo per denunciare le politiche migratorie italiane ed europee fatte di chiusura delle frontiere come spazi di non diritto e violazione dei diritti umani. Diciamo no agli accordi di esternalizzazione di frontiere con paesi terzi non sicuri come la Libia e ancora no alla deriva exnofoba che in Italia e in altri paesi europei si sta diffondendo in nome di una costruzione sempre più ampia dell'accoglienza internazionale".

"Chiediamo di aprire tutte le frontiere. Nonostante le politiche migratorie stanno diventando sempre più repressive le persone in transito dal Mediterraneo non si fermano e per questo dobbiamo aiutarle con una politica molto diversa - aggiunge la spagnola Ana Romo di Abriendo Fronteras –. Chiediamo il riconoscimento pieno attraverso le politiche di accoglienza dei diritti di queste persone che arrivano in condizioni disumane per le violenze subite nei campi libici. I diritti della persona vanno tutelati sia nel paese di origine, di transito e di arrivo dei migranti detentori e portatori di diritti come noi. Vogliamo chiedere lo scioglimento di Frontex per sostenere coloro che migrano e coloro che soccorrono a livello umanitario, salvando le vite umane nel Mediterraneo. Chiediamo ai mezzi di comunicazione di massa di assumersi maggiormente la responsabilità di raccontare i numeri reali dell'immigrazione che non attestano alcuna situazione di emergenza". 

"Questo è l'incontro della società civile che resiste a questa ventata di odio e di razzismo che caratterizza tutta l'Europa e che si concretizza proprio nella chiusura dei porti, delle frontiere - afferma Fulvio Vassallo Paleologo oggi in conferenza stampa - e anche nell'attacco delle Ong che fanno soccorso in mare criminalizzate. Non deve passare il concetto che soccorrere le persone in mare è reato. Purtroppo vediamo che le persone che arrivano sono sempre più massacrate nel corpo e anche nello spirito. Pensiamo a quel ragazzo di 14 anni che ha perduto il papà nel deserto libico e che è arrivato da solo a Pozzallo. I diritti fondamentali della persona vanno riconosciuti a tutti e non solo agli europei.  La stessa cosa vale per la legalità e la sicurezza per tutti nel rispetto delle convenzioni internazionali e delle leggi delle nostre costituzioni. Siamo in un momento di grave pericolo per lo stato di diritto. Non c'è alcuna contrapposizione tra solidarietà e diritti sociali e occorre fare capire ad una parte della società civile che i diritti sociali non sono messi in pericolo dalle persone che arrivano che sono oggi un numero molto più basso rispetto al passato".

La carovana proseguirà per Catania, Niscemi, Mineo e Pozzallo per denunciare: le politiche migratorie, la militarizzazione del territorio siciliano, i centri di detenzione amministrativa per i migranti, strumento sempre più violento del razzismo istituzionale, la mancanza di canali di ingresso legali, lo sfruttamento e la violazione costante di diritti e l'indebolimento della coesione sociale. (set)

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