14 settembre 2018 ore: 13:43
Immigrazione

A rischio il bar di Delia, la "mamma Africa" di Ventimiglia. Raccolta fondi

L’isolamento e la perdita della clientela hanno spinto il bar in una situazione economica sempre più grave. Delia non è più in grado di sostenere le spese ed è stata costretta a metterlo in vendita. Su GoFundMe un crowdfunding per evitare la scomparsa "di un luogo simbolo di accoglienza e umanità"

ROMA - La chiamano “Mamma Africa” ed è diventata il simbolo della solidarietà verso i migranti che cercano di passare il confine a  Ventimiglia. Delia Buonomo, nel suo bar Hobbit, da anni invita ad entrare nel suo bar i migranti: offre un pasto caldo a chi non mangia da giorni, la possibilità  di ricaricare il cellulare e di usare il bagno (attrezzato di spazzolini, dentifricio, sapone, pannolini, assorbenti e fasciatoio) senza obbligo di consumazione I bambini hanno un angolo tutto loro, che Delia ha creato raccogliendo giocattoli usati. Il bar è spesso l’unico rifugio per i più vulnerabili, donne incinte, minori, vittime di tratta. Per questo Delia è diventata un punto di riferimento per i transitanti ma anche per i volontari e le organizzazioni solidali che nel suo bar oggi distribuiscono vestiti e scarpe, decifrano documenti, si cercano alloggi temporanei. Nel tempo, però il bar è stato anche preso di mira da chi è contrario all’accoglienza e il locale è messo al bando anche dai residenti, che lo boicottano e che lo hanno ribattezzato “il bar dei neri”.

Nei mesi scorsi sono stati tanti anche gli insulti, le aggressioni e gli atti vandalici ai danni del bar e di Delia. Pur trovandosi in una posizione centrale della città, a parte solidali e migranti, non arriva nessuno: “Da ormai tre anni i clienti non entrano – racconta Delia - Solo perché faccio entrare tutti e do una mano a chi ha bisogno. Sono stata insultata e boicottata da chi passava di qua e vedeva qualche ragazzo nero fuori o al bancone. Oggi rischio di chiudere. Ho problemi di salute e andare avanti è faticoso”. L’isolamento e la perdita della clientela hanno spinto il bar in una situazione economica sempre più grave. Delia non è più in grado di sostenere le spese ed è stata costretta suo malgrado a mettere il bar in vendita.

Delia, "Mamma Africa"
Delia, "Mamma Africa"

L’ultimo tentativo per salvare questo luogo di accoglienza al confine tra Italia e Francia è una raccolta fondi. Su GoFundMe, la piattaforma di crowdfunding, è stata lanciata una campagna per finanziare le attività del bar e non permettere la scomparsa di “uno dei pochi luoghi di umanità e solidarietà che resistono a Ventimiglia”. “Aiutateci a sostenere Delia – chiedono gli organizzatori nella loropagina - e a continuare il suo progetto di solidarietà attiva: ogni donazione, anche piccola, ci aiuta a comprare cibo, acqua, bevande e a coprire le spese del bar”. Ventimiglia continua ad essere un luogo simbolo per migliaia di persone migranti. “Cercano di passare il confine francese, per raggiungere familiari o conoscenti e riprendere a vivere dopo la fuga da guerre, torture e violenze per arrivare in Europa - continuano gli organizzatori -. Non è facile valicare quel confine, dopo gli accordi di Chambery che prevedono che gli immigrati irregolari provenienti dall’Italia vengano fermati in Francia e rimandati oltre confine. C'è chi ha perso la vita tentando di passare dall'altra parte. Per questo a Ventimiglia i rifugiati rimangono per tante settimane, senza accesso ai servizi primari e soggetti spesso all'ostracismo della popolazione locale. C'è un posto però che resiste, il bar Hobbit di Delia Buonuomo, l'anima della solidarietà a Ventimiglia”. (ec)

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