A Roma gli attivisti della nonviolenza da Israele e Palestina
ROMA - Testimoni e attivisti per la nonviolenza in arrivo da Israele e Palestina, insieme per dare voce a chi rifiuta la guerra e progetta la pace, saranno a Roma mercoledì e giovedì prossimi.
La missione, riferiscono gli organizzatori, coinvolgerà Sofia Orr e Daniel Mizrahi (israeliani, hanno rifiutato armi e divisa, sono obiettori di coscienza e per questo reduci dal carcere), Tarteel Yasser Al Junaidi e Aisha Amer (palestinesi, sono attiviste nonviolente e difendono i diritti umani, contro l'occupazione): quattro testimoni di pace che credono nel dialogo e agiscono come "gruppo misto" israelo-palestinese.
Rappresentano due importanti movimenti: Mesarvot (una rete di giovani attivisti israeliani che rifiutano di prestare il servizio militare obbligatorio), e Community Peacemaker Teams - Palestina (Cpt) (sostiene la resistenza di base nonviolenta guidata dai palestinesi contro l'occupazione israeliana).
Invitati in Italia dalla Campagna di Obiezione alla guerra, su iniziativa del Movimento Nonviolento, sono stati a Milano, Verona, Bologna, Parma, Reggio Emilia, e Firenze, e saranno a Roma mercoledì 23 e giovedì 24 ottobre per incontrare le istituzioni e l'opinione pubblica italiana e far conoscere i volti e la voce di chi, dentro alla follia della guerra, rifiuta la violenza delle armi e vuole vivere insieme.
Saranno ascoltati dalla Commissione parlamentare permanente per i diritti umani e ricevuti in Vaticano al dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. Incontreranno gli studenti universitari della Sapienza, i giovani del Servizio Civile Universale e dialogheranno in un incontro pubblico con la filosofa Donatella Di Cesare ed il sociologo Luigi Manconi (giovedì 24, ore 10.30, presso la sede del Csv Lazio, via Liberiana 17).
L'incontro con la stampa è giovedì 24, ore 16, Sala stampa di Montecitorio, presenti Laura Boldrini, Nicola Fratoianni, Stefania Ascari e rappresentanti di Rete pace e disarmo.
La richiesta alle istituzioni, all'Unione Europea, e al nostro governo, è di riconoscere lo status di rifugiati politici a tutti gli obiettori di coscienza, disertori, renitenti alla leva, che fuggono dalle guerre e chiedono asilo e protezione.
(DIRE)