Accoglienza. Arci: "Aumentare i posti Sprar e coinvolgere il terzo settore"
ROMA – Aumentare i posti Sprar, riformare le commissioni per il diritto d’asilo e coinvolgere il terzo settore nella definizione di un piano di intervento nazionale. Sono queste le richieste che l’Arci invia al governo in vista del vertice tra il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, i rappresentanti della Conferenza delle Regioni e dell’Anci che si terrà domani al Viminale per fare il punto sull’accoglienza delle persone che stanno arrivando in Italia in cerca di protezione. Secondo l’Arci, nonostante il piano nazionale d’accoglienza approvato lo scorso anno, il sistema d’accoglienza “è al collasso e permane un approccio emergenziale, nonostante il numero degli arrivi fosse del tutto prevedibile”. Per l’organizzazione, però, i nodi sui quali il sistema si è inceppato sono sempre gli stessi. “Le presenze nuove, conseguenza dei nuovi arrivi, si sommano a quella vecchie che non riescono a uscire dai centri d’accoglienza – spiega una nota dell’Arci -. Come avevamo ampiamente previsto, i tempi delle procedure non si sono accorciati, tutt’altro”. Secondo l’Arci, infatti, “le questure in molti casi impiegano dai 4 ai 6 mesi per dare un appuntamento al richiedente per presentare la domanda (sottoscrizione del modulo C3) – aggiunge la nota -. Le commissioni, presentata la domanda, danno appuntamenti anche dopo un anno. Il tempo totale quindi, nella maggior parte dei casi, è superiore all’anno”.
Anche i cosiddetti “hub”, centri di smistamento degli arrivi, presentano delle criticità. “Nel sistema viene data centralità per la prima accoglienza ai cosiddetti hub – spiega la nota -, nei quali teoricamente i richiedenti asilo dovrebbero permanere per tempi brevi. Una scelta che rischia di moltiplicare le contraddizioni e gli errori dei Cara, soprattutto se non viene preliminarmente implementato il lavoro delle commissioni - sia dal punto di vista delle risorse che da quello delle competenze – con la possibilità ancora una volta di essere causa dell’ingolfamento del sistema più che rappresentare una soluzione, oltre che produrre una immagine negativa dell’accoglienza e quindi scatenare reazioni razziste e di chiusura delle comunità locali”. Di qui, l’appello al governo, alle regioni e all’Anci affinché “mettano in campo con urgenza interventi concreti per migliorare le condizioni di accoglienza delle persone che vengono a chiedere asilo in Italia”. Cinque le richieste avanzate dall’Arci. La prima riguarda la richiesta di un “un bando Sprar straordinario per permettere di aumentare il numero di comuni coinvolti nella rete e conseguentemente il numero dei posti”. Seconda richiesta quella di “convertire i centri delle prefetture che rispettano standard adeguati in centri Sprar e chiudere quelli, e sono la maggioranza, che non li rispettano, portando il sistema Sprar almeno a 60 mila posti”. Tra le richieste anche quella di “prevedere un aumento del numero delle commissioni e una riforma urgente affinché siano composte da persone competenti in materia di diritto d’asilo, indipendenti e che abbiano un incarico esclusivo”. Altra richiesta quella di “organizzare gli hub attraverso l’accoglienza diffusa all’interno del sistema Sprar, con una categoria di centri Sprar dedicati e con servizi e personale specifici”. Infine la richiesta di “coinvolgere subito i soggetti del terzo settore nell’individuazione di soluzioni sostenibili e nella programmazione del piano di intervento nazionale”.