Accoglienza dei richiedenti asilo, Naga: a Milano la trasparenza non va di moda
MILANO - La trasparenza non è il piatto forte della Prefettura di Milano. Su cinque richieste di accesso agli atti presentate dal Naga per consultare la documentazione sull'accoglienza dei richiedenti asilo, solo una volta la risposta è stata positiva. È quanto emerge dal rapporto (Ben)venuti!, presentato questa mattina dall'associazione milanese (vedi lancio precedente). Il sì della Prefetttura è arrivato solo alla prima richiesta, nel gennaio del 2015, fornendo informazioni su quali fossero gli enti gestori dei centri di accoglienza, i numeri delle persone accolte e i testi delle convenzioni stipulate dalla Prefettura con gli enti stessi.
I volontari hanno poi chiesto (nel marzo 2015) copia della documentazione relativa alla chiusura e dismissione dei centri gestiti da Integra e da InOpera. Hanno potuto solo consultarla, ma niente fotocopie. Hanno allora fatto ricorso e di nuovo la domanda è stata bocciata, con questa motivazione: il Naga “non ha un interesse diretto, concreto, attuale” ma “si ravvisa piuttosto un controllo generalizzato dell'operato della Pubblica amministrazione” che ai sensi di legge è “ritenuto inammissibile”. Sempre troppo curiosi, i volontari del Naga hanno poi chiesto (nell'aprile del 2015) di accedere alla documentazione sui controlli che la Prefettura ha fatto nei centri d'accoglienza. Domanda respinta, sempre perché si tratterebbe di un'inammissibile controllo generalizzato dell'attività della Prefettura. Testardi, a settembre, hanno di nuovo chiesto di vedere altra documentazione su enti e stanziamenti sull'accoglienza, ricevendo l'ennesimo No. Infine, hanno chiesto di poter visitare il centro di Bresso gestito dalla Croce Rossa e quelli gestiti da Progetto Arca e cooperativa Farsi Prossimo. In questo caso non è mai arrivata una risposta.
I volontari del Naga sono invece riusciti a visitare gli altri centri, grazie al fatto che gli enti gestori si sono dimostrati disponibili. “Noi continueremo nel nostro lavoro di monitoraggio -ottolinea Pietro Massarotto, presidente del Naga -. Ma dubito che dopo questo rapporto gli enti saranno ancora così disponibili”.