Accoglienza in Italia, oltre il 70% dei migranti in strutture temporanee
ROMA - Sono 101.708 i richiedenti asilo nel sistema di accoglienza, un sistema “frammentato” che comprende diverse tipologie di strutture; oltre il 70% è accolto in strutture temporanee. Lo rileva lo studio realizzato dalla Fondazione Leone Moressa con il contributo di Open Society Foundations, "La buona accoglienza", sui numeri dell'accoglienza in Italia e in Ue.
Il sistema di accoglienza italiano. Sono 13 i centri governativi tra Cpsa (Centri di primo soccorso e accoglienza), Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) e Cda (Centri di accoglienza a breve termine). La rete Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo. Ci sono poi le strutture di accoglienza temporanea (Cas - Centri di accoglienza straordinari). Il sistema Sprar, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, costituito dalla rete degli enti locali, accoglie il 19% degli oltre 101 mila richiedenti asilo presenti in Italia, dato in crescita del 54% rispetto al 2014. Il sistema si concentra in 5 regioni italiane: Lazio (23,2%), Sicilia (22,6%), Calabria (9,1%), Puglia (8,8%) e Campania (5,3%). Nei centri di accoglienza governativi oltre 7 mila persone, mentre il 73% risiede presso strutture di accoglienza temporanea. A livello territoriale, un quarto dei migranti (24,8%) è concentrato in due sole regioni: Lombardia e Sicilia.
Presenza di migranti accolti nelle regioni italiane |
Migranti in fuga: i numeri. Secondo le stime dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati nel 2015 i profughi nel mondo sono più di 60 milioni. E sono oltre 3.700 le persone che nell’ultimo anno hanno perso la vita in mare. Secondo i dati Frontex , gli ingressi irregolari in Europa nel 2015 sono stati oltre 1,5 milioni, cinque volte di più rispetto ai 280 mila del 2014. La rotta del Mediterraneo centrale (verso l’Italia) ha visto un leggero calo, da 170 mila a 144 mila, mentre sono aumentate in maniera impressionante le rotte del Mediterraneo orientale (verso la Grecia, da 50 mila a 720 mila) e dei Balcani occidentali (verso l’Ungheria, da 43 mila a 667 mila). A ricevere il maggior numero di profughi sono i paesi in “via di sviluppo” vicini alle zone di crisi: la Turchia per prima (1,59 milioni), seguita da Pakistan e Libano. I principali paesi d’origine, invece, sono la Siria (3,88 milioni), l’Afghanistan e la Somalia. L’Ue, tuttavia, rileva il rapporto, resta meta molto ambita per la speranza di costruirsi un futuro e garantire istruzione e lavoro ai propri figli. Ma se fino al 2014 la rotta più semplice era il passaggio per mare Libia-Italia, la situazione instabile in Libia e le pericolosità della traversata hanno fatto diminuire gli arrivi attraverso questa via, nel 2015 i profughi – in particolare siriani – hanno utilizzato maggiormente la rotta “balcanica”, ritenuta più economica e sicura.
Le richieste d’asilo. A settembre 2015 le richieste di asilo in Europa sono raddoppiate superando quota 1 milione, rispetto allo stesso periodo del 2014, quando nell’intero anno avevano superato quota 626 mila, segnando un +45,1% rispetto all’anno precedente. La Germania si conferma il primo paese per numero di richieste, con un terzo del totale Ue e un aumento del 110% rispetto al 2014. L’aumento più significativo riguarda l’Ungheria, che diventa il secondo paese con quasi 176 mila richieste (nel 2014 erano 14 mila). In Italia, dove si registra una bassa percentuiali di Siriani, sono 59.165 le domande tra gennaio e settembre 2015, contro le 43.130 dello stesso periodo del 2014. L’Italia è al quarto posto per richieste d’asilo, ma con una bassa percentuale di Siriani.