8 giugno 2015 ore: 14:38
Immigrazione

Accoglienza, Migrantes: “Chiusura regioni del Nord mina credibilità del nostro paese”

Il monito di Perego e Di Tora: “In questo momento preferibile da parte delle regioni sostenere i Comuni, soprattutto gli oltre 7500 che non hanno ancora dato un segno concreto di accoglienza. Credibilità è già minata da scandalo Mafia capitale”
Giovani immigrati per strada

ROMA – “La chiusura di alcune regioni del Nord all’accoglienza di persone salvate nel Mediterraneo e approdate nei nostri porti, la maggior parte delle quali non sono clandestini - come purtroppo si sente ripetere, anche in senso dispregiativo - ma con il diritto a una forma di protezione internazionale, è un segnale non solo negativo di solidarietà di alcuni governatori di una parte del nostro Paese, ma anche una negativa indicazione di credibilità dell’Italia che si appresta, nei prossimi giorni, a convincere i Paesi europei ad un piano sull’immigrazione che prevederebbe il ricollocamento o l’insediamento di persone che sbarcano sul territorio italiano”. Lo sottolineano in una nota monsignor Giancarlo Perego e monsignor Guerino Di Tora, rispettivamente direttore generale e presidente della Fondazione Migrantes, commentando le parole dei governatori delle regioni del Nord (Roberto Maroni per la Lombardia, Luca Zaia per il Veneto e Giovanni Toti per la Liguria) che hanno dichiarato di non voler accogliere nuovi profughi come richiesto dal ministero dell’Interno.

Secondo Migrantes questo è un aggetto negativo. “Se poi aggiungiamo la mancata credibilità della forma di gestione delle strutture di accoglienza dei rifugiati nel nostro Paese, alla luce della vergognosa vicenda di “mafia capitale” – continua la nota -, il rischio è che l’Italia rimanga ulteriormente sola nella gestione dell’accoglienza. In questo momento, forse, sarebbe  preferibile da parte delle regioni sostenere i Comuni, soprattutto gli oltre 7500 che non hanno ancora dato un segno concreto di accoglienza, di sostenere  una solida e diffusa  struttura di accoglienza, in collaborazione con il  Ministero dell’Interno e con il mondo dell’associazionismo e del volontariato anche ecclesiale, in una rete che aiuti a costruire  nuove buone prassi di accoglienza e che, nello stresso tempo, contribuisca a recuperare credibilità in Europa”. 

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