25 gennaio 2017 ore: 15:21
Immigrazione

Accoglienza migranti, "è ora di regolarizzare il sistema"

L'analisi di Cristina Molfetta, redattrice del rapporto Migrantes sulla protezione internazionale. Il primo problema è la "distribuzione dei minori stranieri non accompagnati che ancora non è equa se pensiamo che il 40% di questi è in Sicilia. Chiediamo perché su 8 mila comuni solo 2500 accolgono"
Migranti in attesa di accoglienza

PALERMO - Cambiare il sistema dell'accoglienza è possibile soltanto uscendo dalla logica dell'emergenza che non risolve il fenomeno in maniera strutturale ma lo lascia in balìa di sperimentazioni e improvvisazioni continue. E' la raccomandazione di Cristina Molfetta, redattrice del Rapporto Migrantes sulla protezione internazionale in Italia intervenuta stamattina a un convegno sul tema presso la facoltà di Scienze economiche di Palermo. Il primo dei nodi fondamentali da sciogliere, secondo l'esperta, è sicuramente quello che riguarda i minori stranieri non accompagnati che per il 40% sono ancora in Sicilia.

“L'Europa con le scelte politiche degli ultimi anni, basate più sull'economia che sui valori, sta rischiando di perdere i principi su cui è stata fondata - afferma Cristina Molfetta -. Sappiamo bene, perché lo attestano i numeri, che in Europa non si può parlare di invasione di immigrati. Nonostante l'Ue quindi possa avere tutti gli strumenti culturali per interagire positivamente ha prevalso la chiusura. Nel 2015 si è provato a ragionare per quote imponendo all'Italia gli hotspot per il fotosegnalamento e riconoscendo la relocation per siriani, eritrei, iracheni che non ha poi funzionato. Allora l'Europa in profonda crisi, per limitare i transiti, ha fatto un triplo salto mortale stipulando un accordo discutibile con la Turchia che come sappiamo non può considerarsi un paese terzo sicuro". "Tutto questo non ha fatto altro che fare aumentare il numero di arrivi anche nel nostro Paese - prosegue Molfetta -, costringendo i migranti a fare viaggi più lunghi e più pericolosi come quelli in mare. Le morti in mare ormai si susseguono senza sosta ricadendo sulle coscienze dell'Europa che non lavora per aprire canali legali d'ingresso. Assistiamo, invece purtroppo ancora alla stipula di accordi che invece fanno rabbrividire come quelli con il Sudan. L'Italia in questo momento sta perseguendo la strategia di fare degli accordi bilaterali di polizia che non risolvono il problema e lo dimostra l'accordo pericoloso con la Libia". 

"Dovrebbe essere ora di regolarizzare un sistema che viene ancora gestito in emergenza e in continua sperimentazione - sottolinea ancora Cristina Molfetta -. Siamo davanti ad un sistema straordinario che volutamente non si vuol far diventare ordinario ed è inevitabilmente pieno di faglie e di derive che non dipendono certo dalle persone che accogliamo. L'accoglienza deve essere riorganizzata e rivista. Resta il problema della distribuzione dei minori stranieri non accompagnati che ancora non è equa se pensiamo che il 40% di questi è in Sicilia. Chiediamo perché su 8 mila comuni solo 2500 accolgono". 

Sulla situazione dei minori stranieri non accompagnati si sono espressi anche il direttore della pastorale delle migrazioni di Palermo Mario Affronti e la funzionaria comunale dei servizi sociali Laura Purpura. "Come operatori di pastorale - spiega Mario Affronti - siamo preoccupati in merito proprio alla specificità che riguarda i minori stranieri non accompagnati che in Sicilia sono tantissimi. Nella gran parte dei centri dove si trovano non sempre vengono tutelati pienamente i loro diritti. Riconosciamo che da parte delle istituzioni ci sia molto buona volontà ma occorrerebbe evitare il più possibile che i minori finiscano dentro i Cas quando avrebbero diritto a stare negli Sprar. Bisognerebbe accrescere anche le professionalità come quelle dei mediatori culturali e degli operatori specializzati. Ci aspettiamo inoltre che venga affrontato il problema della migliore distribuzione nel territorio italiano dei minori soli che potrebbe dare le giuste risposte al fenomeno".

"In questo momento in città - sottolinea Laura Purpura, coordinatrice dell'affido familiare per il Comune di Palermo - ci sono 469 minori stranieri maschi e 40 femmine.  I numeri degli sbarchi sono decisamente più impegnativi perché nel 2016 abbiamo avuto 18 sbarchi di migranti con 1789 minori non accompagnati. Le sistemazioni dei ragazzi non sono state sempre in città a garanzia di un'accoglienza più valida possibile. Le tipologie di accoglienza sono varie si va dalla prima accoglienza, alle comunità alloggio, ai gruppi appartamento e agli Sprar. Un minore che arriva ha bisogno di un tutore che è stato riconosciuto nella figura dell'assessore che con i servizi sociali sovra-intende alla  presa in carico nell'ambito di un progetto individualizzato che deve essere fatto con gli operatori dei servizi. In questo momento tramite il garante dell'infanzia si sta procedendo alla formazione di famiglie che possano diventare tutori di alcuni minori. Poi c'è sempre la possibilità dell'affido familiare che non va pensato per tutti in maniera indifferenziata ma varia in relazione alle situazioni del minore". (set)  

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