21 maggio 2016 ore: 11:08
Immigrazione

Accoglienza migranti, la commissione d'inchiesta promuove Trapani

Buona l'accoglienza e l'assistenza al porto, eccellente l'iter di informazione e identificazione. La delegazione oltre all'hotspot ha seguito lo sbarco di 435 migranti. Il prefetto Leopoldo Falco: "E' stato apprezzato tutto il nostro lavoro. L'hotspot di Milo è un modello avanzato di cui andiamo fieri"
Nave sbarchi migranti

Box PALERMO - Buona l'accoglienza e l'assistenza al porto dei migranti ed eccellente tutto l'iter di informazione, identificazione delle persone che transitano dentro l'hotspot di Milo a Trapani. A dirlo è la commissione d'inchiesta sul sistema dell'accoglienza dei migranti che ha fatto tappa nella cittadina siciliana ascoltando le massime autorità competenti. La delegazione della commissione parlamentare d'inchiesta, presieduta dall'onorevole Federico Gelli e composta da quattro componenti in rappresentanza di Pd, Sel e Lega con tre consulenti e altri funzionari, ha svolto ieri pomeriggio presso il salone di rappresentanza della prefettura le audizioni del prefetto, del questore, del sindaco, del procuratore della Repubblica e del presidente della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale.

La commissione parlamentare ha assistito alle operazioni di sbarco di 435 migranti di cui 143 minori giunti al porto di Trapani sulla nave “Dignity I” di Medici senza Frontiere. Un apprezzamento è stato espresso dagli stessi parlamentari per l'attenzione e l'impegno a favore dei migranti svolto da tutte le organizzazioni presenti al porto per la prima assistenza e accoglienza dei profughi. Successivamente la delegazione parlamentare, spostandosi a Milo, ha preso atto di tutto il lavoro sinergico che ogni realtà nazionale ed internazionale svolge dentro l'hotspot, ognuno per le proprie competenze: informazione, identificazione e fotosegnalamento dei migranti nel rispetto dei trattati internazionali.

"Sono contento che la commissione abbia valutato positivamente tutto il lavoro che finora abbiamo svolto nell'hotspot di Milo - dice con soddisfazione il prefetto Leopoldo Falco -. I parlamentari hanno approfondito in maniera dettagliata tutta la procedura di identificazione a cui vengono sottoposti i migranti. Dentro il centro siamo oggi nella possibilità di favorire i transiti di almeno 450 migranti, rispettando i tempi previsti per la loro permanenza . Naturalmente, in questo caso è tutto il sistema che deve funzionare e quindi dopo l'identificazione in hotspot, occorrerà sapere in tempi piuttosto brevi, i luoghi di destinazione dove verranno accolti i migranti. Per il momento tutto sta funzionando". "Inoltre, ho percepito da parte di tutti i membri della commissione molta fiducia nei nostri confronti e di questo sono grato - aggiunge ancora Falco -. Abbiamo fatto vedere come siamo riusciti a perfezionare oggi una procedura e un sistema organizzativo dell'hotspot che può considerasi un modello avanzato di cui andiamo fieri".

Ma se Trapani rappresenta, per certi versi, una sorta di "isola felice" non si può dire certamente la stessa cosa degli altri due hotspot siciliani, rispettivamente di Lampedusa e di Pozzallo dove, secondo quanto attestano anche le ultime recenti cronache, diversi sarebbero ancora i migranti richiedenti asilo che risultano trattenuti per periodi molto lunghi, in attesa del completamento delle procedure e della loro collocazione nei centri di accoglienza.

“Gli hotspot devono rimanere centri di identificazione e non trasformarsi in centri di permanenza rischiando di non essere in grado di assorbire il flusso di migranti che aumenterà nei prossimi mesi - aveva dichiarato, poco prima della visita a Trapani, il presidente della commissione d'inchiesta Federico Gelli -. Per evitare questo rischio, sarà compito della commissione - spiega Gelli - monitorare l'efficienza di questi luoghi garantendo la massima semplificazione dei processi di identificazione ancora troppo lunghi. Sarà poi importante continuare a sviluppare il filone d'inchiesta relativo al sistema sanitario dei centri".

Un altro tema delicato su cui si sta muovendo la commissione parlamentare d'inchiesta non solo a Trapani ma anche in altre parti d'Italia, è quello relativo agli accertamenti sulla gestione dei centri di accoglienza e al rischio che si possano verificare delle infiltrazioni mafiose. In questo caso la commissione parlamentare che sul tema ha ascoltato il procuratore di Trapani Marcello Viola, confida nel lavoro che sta svolgendo tutta la magistratura. 

I Cas attualmente a Trapani sono 27 e sono gestiti da poco più di una ventina di realtà. “Apprezzo che la procura stia facendo delle indagini perché in questo modo mi sento tutelato - sottolinea il prefetto Leopoldo Falco -. In questo momento mi sento come una persona che corre bendata in un terreno minato e ripongo piena fiducia in tutto l'operato della magistratura. Abbiamo una serie di soggetti gestori dei Cas che noi riteniamo incensurati se, però, dietro a queste persone, ci dovessero essere situazioni non trasparenti, agirei di conseguenza con la revoca delle convenzioni". (set)

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